Manifesti abusivi del comitato ‘Vivi e progetta un’altra Milano’

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Manifesti abusivi del comitato ‘Vivi e progetta un’altra Milano’ ![]() Un eccesso di zelo, così l’ha definito l’Assessore all’arredo e al decoro urbano, Maurizio Cadeo, nell’intervista che ci ha rilasciato. I membri e il Presidente del comitato ‘Vivi e progetta un’altra Milano’ pensano che sia un atto di intimidazione rivolto contro la battaglia che stanno portando avanti contro il progetto di cementificazione dell’area dell’ex Fiera. Se di atto intimidatorio non si tratta, come ha ribadito l’Assessore, indubbiamente il Comitato e il suo Presidente, Rolando Mastrodonato, si sono presi un bello spavento quando la scorsa settimana si sono visti recapitare un multa di 43.672 euro per l’affissione abusiva di 106 manifestini 70x50 appiccicati con lo scotch ad alcuni pali della zona, per promuovere un’assemblea pubblica che si è tenuta alla fine di novembre dello scorso anno. A La situazione del servizio idrico integrato a Milano e provincia. ![]() La giornata mondiale per l’acqua è stato un momento di riflessione e approfondimento con incontri a tema, dibattiti e scritti, ma resta alto il rischio di perdere di vista la situazione a Milano e in provincia. I dati sull’efficienza e i costi del servizio idrico milanese, forniti dall’Ufficio Studi MEDIOBANCA presentati il 23 gennaio 2007 (pubblicati sul “Sole 24 ore” del 24 gennaio) ci presentano una situazione per nulla allarmistica. Considerando che la percentuale di acqua non fatturata corrisponde alla dispersione e quindi all’efficienza del sistema, Milano e in parte la provincia, si colloca ai primi posti. Ma cosa è successo negli ultimi anni? ![]() Alex Zanotelli, Padre Comboniano, portavoce dei movimenti per l’acqua pubblica partecipa al convegno Acqua in Comune organizzato dal Comitato Milanese per l’acqua Di ritorno da Bruxelles per Assemblea mondiale degli eletti e dei cittadini per l'acqua racconta la sua esperienza. Ascolta l'intervista a Padre Alex Zanotelli Il Comitato Milano per l’Acqua si apre al dialogo con l’Amministrazione ![]() Mercoledì 21 marzo presso la sala Alessi del Comune di Milano con il convegno “Acqua in Comune” si è aperto un dibattito tra la società civile e l’amministrazione cittadina sul destino dell’acqua, sui rischi di privatizzazione e sulla necessità che rimanga pubblica. L’argomento, troppo spesso ignorato dalla stampa, ha riscosso notevole successo di pubblico in occasione della ‘Giornata mondiale dell’acqua’ celebrata il 22 marzo. Gli spin doctors di Palazzo Marino e l’emergenza che non c’è ![]() L’agenda setting, nella teoria delle comunicazioni di massa, è la scelta dei temi e delle notizie che vanno a costruire il “palinsesto” dell’informazione. L’agenda setting decide quali e per quanto tempo le notizie diventano e rimangono tali; con quale rilevanza e con quale taglio vadano date. Ovviamente ci sono eventi che nell’agenda confluiscono di per sé: conflitti bellici, catastrofi, crisi politiche, incidenti, grandi eventi sportivi e culturali. Altri eventi però possono essere fatti diventare notizia e conseguentemente inseriti nelle posizioni di maggior rilievo dell’agenda in modo, per così dire, strumentale. Se la notizia non c’è la si può arrivare a crearla e dopo averla creata si fa in modo da tenerla viva e in evidenza il maggior tempo possibile. Archiviate le manifestazioni è ora di governare Milano ![]() Per quasi un mese non s’è quasi parlato d’altro: l’emergenza criminalità, l’assedio della delinquenza, l’insicurezza che regna a Milano e terrorizzerebbe i cittadini. Ci siamo lasciati alle spalle catene umane e cortei, manifestazioni e contromanifestazioni e speriamo anche le campagne mediatiche, le polemiche e le cortine fumogene. La manifestazione invocata dal Sindaco, che avrebbe dovuto essere di tutti i cittadini e che invece è stata sfacciatamente di parte arrivando ad ospitare un comizio del leader dell’opposizione incentrato su temi che nulla avevano a che fare con la presunta emergenza criminalità di Milano, ha mostrato la propria natura di operazione politico-mediatica. Le ragioni di chi non ha creduto che il sindaco manifestasse per tutta la città ![]() Ascolta le interviste della manifestazione La pioggia non li ha scoraggiati. Catena umana doveva essere e catena umana è stata. Tutti uniti dallo stesso imperativo, “diamoci una mano per vincere la paura e vivere insieme”, i manifestanti sono arrivati in anticipo di fronte a Palazzo Marino. Fiaccole, slogan e sorrisi ma le paure sembrano essere quelle della Milano dei primi anni ‘90 ![]() Ascolta le interviste della manifestazione Per gli organizzatori è un successo: nei giorni precedenti avevano auspicato la presenza di cinquemila persone, ce ne sono almeno il triplo e poco importa se ad ingrossare le fila della fiaccolata che punteggia corso Venezia e poi corso Buenos Aires ci sono molti militanti dei partiti del centrodestra. Due idee di sicurezza e di città che hanno sfilato e che non possono incontrarsi ![]() Alle 17,30, in piazza della Scala qualche cronista malizioso, oltre ad ironizzare sulla consueta “sfiga” che affligge con la pioggia alcuni cortei, ha osservato che, se anche i Comitati di quartiere chiedevano più sicurezza, tanto valeva aspettassero un paio d’ore e si accodassero alla manifestazione promossa dal Sindaco. Al di là delle parole d’ordine le due iniziative sono state separate da ben più di due ore, a dimostrare che una parola può essere intesa in modi assai diversi. Le voci dei protagonisti ![]() A Milano le biblioteche rionali sono più che dei luoghi di prestito librario e di lettura. Nonostante gli investimenti fatti negli ultimi anni rimane il problema degli orari di apertura poiché nonostante le ristrutturazioni, il rinnovo del patrimonio librario e degli arredi e la cablatura, i fondi per il personale sono esigui. Ricco patrimonio librario, strutture rinnovate, ma il personale manca e le biblioteche rionali riducono sempre più gli orari ![]() Da qualche tempo molte biblioteche rionali di Milano lamentano carenze di organico, inadeguatezza strutturale, difficoltà gestionali di vario tipo. Attualmente sono 23 le biblioteche rionali attive sul territorio; di queste solo 4 (neanche una per zona!) vantano un'apertura serale fino alle 22: Crescenzago (Zona2), Tibaldi (Zona5), Affori (Zona9), Gallaratese (Zona8). Molte di quelle 23 strutture presentano orari ridotti (il record spetta alla Vigentina con le sole 33 ore settimanali, Villapizzone, altre 33) mentre la mitica Bergamini è stata definitivamente chiusa. Perché a Milano le biblioteche rionali sarebbero importanti ![]() Vari e riconosciuti studi di carattere macroeconomico e sociologico assumono i dati statistici che riguardano la capacità di lettura dei cittadini di una comunità come indice di sviluppo, qualità della vita, fattore di progresso e rinnovamento della società cui appartengono. Del resto è discretamente intuitiva la relazione fra lettura e grado di civiltà: la nostra, di civiltà, fonda gran parte della sua qualità democratica sull'urbanesimo, la stampa, la lettura, l'informazione, ovvero tutto ciò che rende possibile a ogni cittadino compiere in piena autonomia quel gesto, leggere, che assolve alle più diverse funzioni e motivazioni, e che di fatto permette a ognuno di diventare protagonista della propria formazione, provocandolo ad assumere una posizione libera e responsabile nei confronti del mondo. Sono giorni decisivi per il destino dello spazio di via Confalonieri ![]() Ascolta l'intervista a Augusta Signorini del Forum Isola Da oltre cinque anni una parte degli abitanti dell’Isola e soprattutto delle vie che si affacciano sui giardini di via Confalonieri si battono per la conservazione della “stecca” che è quello che rimane dell’ex stabilimento della Brown-Boveri tra via De Castillia e via Confalonieri. Un libro –provocatorio quanto documentato- analizza la deriva securitaria dell’occidente ![]() l sociologo francese Loic Wacquant dedica da un decennio la propria attenzione al rapporto tra la dismissione del welfare state, la crescita della povertà nei contesti urbani dell’occidente e l’ossessione securitaria che prima negli USA e poi in Europa è dilagata a partire dagli anni ’80. Già nei precedenti “Parola d’ordine: tolleranza zero” edito per i tipi della Feltrinelli nel 2000, e “Simbiosi mortale. Neoliberismo e politica penale” pubblicato da Ombre Corte nel 2002, Wacquant metteva a fuoco il nesso sempre più evidente tra smantellamento delle politiche pubbliche in favore della privatizzazione delle relazioni sociali nei confronti delle quali lo Stato assumeva solo la funzione di controllore in relazione alla sicurezza. A pochi metri da corso Buenos Aires trionfa la prostituzione, ma gli abitanti non sono sicuri che più poliziotti risolverebbero tutto ![]() “Passerà da queste parti?” Sì, percorrerà corso Buenos Aires e arriverà in piazza Argentina “Allora spero proprio che il Sindaco devi di appena cinquanta metri e venga a vedere lo spettacolo, questo bordello a cielo aperto che inizia già dal pomeriggio!” Via Vitruvio angolo via Tadino, sono passate da poco le 15, corso Buenos Aires, la quinta via commerciale d’Europa, è a pochi passi ma qui il commercio è di tutt’altro genere. I dati della Prefetttura nel periodo 1997/2005 ![]() I dati della Prefettura di Milano, non solo quelli dell’ultimo biennio ma anche quelli relativi al periodo 1997-2005, parlano abbastanza chiaro e in tempi di presunta emergenza criminale, andrebbero letti e diffusi. Il numero totale dei delitti è in calo tendenziale sul lungo periodo e calano sia quelli contro le cose che contro le persone: meno furti semplici e aggravati, meno furti in appartamenti, meno furti d’auto,meno rapine ai danni di gioiellerie, meno scippi ma anche meno omicidi. Unico reato in crescita sono le violenze sessuale, che come è tristemente noto vengono consumate tra le mura domestiche. Oggi come dieci anni fa il solito copione: il Sindaco lancia grida d’allarme. ![]() La politica, anche quella locale, ha le sue liturgie: quelle ufficiali, sancite da statuti, regolamenti, consuetudini fattesi riti e quelle che pur non trovando riscontro nei riti ormai cristallizzati rischiano di divenire anch’esse delle feste comandate dell’azione amministrativa. Da un decennio, ormai, qualche mese dopo il proprio insediamento il sindaco di Milano grida all’emergenza sicurezza e invoca l’invio di almeno mezzo migliaio di poliziotti per fronteggiare una criminalità dilagante e fuori controllo. L’allarme sicurezza lanciato da Palazzo Marino suscita sempre più perplessità ![]() Il nostro articolo della scorsa settimana sulla nuova, ennesima, presunta –soprattutto presunta– emergenza sicurezza ha suscitato qualche reazione critica da parte di alcuni nostri lettori. La cosa ci fa molto piacere poiché dimostra ancora una volta che il nostro modo di fare informazione si nutre anche di un dialogo continuo con chi ci dedica tempo, attenzione, stimoli e suggerimenti; occorre però precisare ulteriormente il nostro pensiero, poiché il tema quanto mai delicato non può lasciare spazio a strumentalizzazioni e neppure a malintesi. L’attenzione sembra assuefatta quanto i polmoni, ma se si allarga lo sguardo… ![]() Nell'animazione sono mostrati i valori di PM10 rilevati dalla postazione fissa di Chiamamilano situata in via Vico nell'ultima/o: settimana, mese, quadrimestre e anno. Informare: l’unica strada. Non solo lo stillare quotidiano di numeri che misurano in microgrammi al metrocubo le polveri sottili che respiriamo, bensì restituire l’idea di un fenomeno che ha una massiccia e allarmante continuità. Uno sportello per sostenere il reinserimento lavorativo per gli over 40 ![]() Secondo un’indagine realizzata da Assolombarda del febbraio 2007, in base a dati Istat relativi al 2005 il tasso di disoccupazione a Milano e in Lombardia si è attestato al 4%, rispetto al 7,7% della media nazionale. Il tasso di occupazione nel capoluogo lombardo è risultato pari al 66,7% molto vicino all'obiettivo dell’agenda Lisbona che vedeva nel 2010 un’occupazione del 70%. Molta attenzione è riservata alle dinamiche legate all'occupazione femminile, e anche in questo caso, con il 58,2%, Milano si attesta ai primi posti, mentre la media italiana è inchiodata a poco più del 45%. Interessante l'evoluzione delle donne occupate in ruoli dirigenziali: il tasso di femminilizzazione tra i ruoli di quadro e dirigenti, sottolinea la ricerca, è cresciuto dal 1992 al 2005 rispettivamente del 51 e del 159 per cento. |
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