Questa volta, però, si è andati oltre il rifiuto di prendere atto della realtà, si è superata la miopia del ricorso ossessivo alla chiusura identitaria, si è fatto peggio che ignorare la necessità -oggi più che mai urgente- di ampliare gli spazi di dialogo e riconoscimento.
I tanti paletti urbanistici sono solo un contorno vessatorio del nucleo più preoccupante di una scelta pericolosissima: la possibilità per i comuni di indire referendum per autorizzare nuovi luoghi di culto. Una porta spalancata ad un precedente potenzialmente letale per la vita di una comunità che si troverebbe ostaggio della "dittatura della maggioranza" la quale potrebbe, di volta in volta, decidere a chi concedere l'esercizio di diritti costituzionalmente garantiti.