La città metropolitana, uno strumento per il futuro

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La città metropolitana, uno strumento per il futuro ![]() Da troppo tempo, ormai, i problemi più urgenti con i quali la nostra città si confronta quotidianamente non possono essere risolti limitandosi a guardare i ristretti confini del territorio municipale. L’esempio più lampante lo abbiamo avuto qualche mese fa allorché il Sindaco di Milano, convinto di applicare il ticket d’ingresso come misura risolutiva per arginare il traffico e l’inquinamento che soffocano Milano, si è imbattuto nella strenua resistenza dei Sindaci dell’hinterland che hanno minacciato a loro volta l’applicazione dello stesso provvedimento. Il caso delle politiche della mobilità è indubbiamente il più macroscopico, ma anche i provvedimenti che riguardano alcune tipologie di servizi alla persona, i grandi interventi urbanistici, la rimodulazione dei tempi della città non possono essere più affrontati, pena il rischio di intervenire in modo miope e parziale, su una scala municipale, cioè su una dimensione pensata per quella che era la Milano –per dimensioni fisiche e demografiche– di oltre cinquant’anni fa. Un secolo fa, Opera come New Orleans? Ma i subumani allora eravamo noi ![]() Nella notte tra 19 e il 20 gennaio i circa 70 Rom provvisoriamente sistemati in tende –a volte le bizzarrie del clima per alcuni sono una fortuna- ai margini di Opera hanno scelto di passare la notte alla Casa della Carità. La decisione era stata presa a fronte dell’ennesima manifestazione guidata da noti esponenti politici organizzatori di ronde e bonificatori di vagoni ferroviari. Le famiglie Rom a fronte di un clima sempre più incandescente, in una settimana che aveva visto circolare anche una falsa ordinanza del Comune di Opera che avrebbe previsto la requisizione di giardini privati per farvi sistemare i nomadi, hanno preferito allontanarsi dal luogo assegnato loro dalla Prefettura di Milano almeno per la notte. Emergenza casa e futuro demografico di Milano ![]() I risultati di un’indagine del SUNIA diffusi da pochi giorni hanno messo in luce un dato allarmante quanto purtroppo così noto da essere quasi ignorato da chi dovrebbe avere la responsabilità di porre rimedio all’emergenza casa. Nell’ultimo anno i canoni di locazione delle abitazioni hanno registrato un ulteriore aumento arrivando a cifre ormai insostenibili. Secondo le rilevazioni del Sindacato degli inquilini l’affitto di un bilocale in periferia è di 768 euro, per un trilocale si arriva a 831. Per queste due tipologie abitative a Milano gli affitti sono mediamente di 1172 e 1411 euro. Ciò significa che una famiglia per soddisfare il bisogno primario dell’abitare deve spendere almeno 10.000 euro all’anno per il canone di locazione di un appartamento in zone che sebbene ai margini della città nel corso degli ultimi anni sono state investite da una vera e propria ondata speculativa. Smog alle stelle, ma per respirare si può sempre aspettare ![]() Chi, colto da malore, aspetterebbe due o tre settimane prima di precipitarsi al pronto soccorso? Chi, trovandosi coinvolto in un incidente, aspetterebbe due o tre settimane prima di chiamare aiuto? Chi, vedendo la propria abitazione invasa da fumi tossici, aspetterebbe due o tre settimane prima di spalancare le finestre e telefonare immediatamente ai pompieri?Nessuno, ovviamente. A meno che non si tratti di coloro che hanno la responsabilità di tutelare la salute dei cittadini milanesi e lombardi. In questo caso, invece, si aspetta giorni, anzi settimane prima di intervenire. Infatti, se ormai tutti sappiamo che le polveri sottili fanno male e i dati epidemiologici evidenziano quanti decessi e giorni di vita in meno si possono attribuire ad ogni superamento delle soglie prescritti per le micropolveri, come se nulla fosse si attende contando i giorni che si susseguono uno dopo l’altro a superare la soglia dei 50microgrammi per metro cubo prescritta per il PM10. Un’altro luogo storico di Milano minacciato da un megaparcheggio sotterraneo ![]() Parrà strano, o forse no, ma Piazza Leonadro da Vinci una delle più note ed apprezzate piazze di Milano è oggetto di interesse per un parcheggio sotterraneo che prevede 614 posti auto a rotazione e 226 box in tre piani interrati. Il progetto è incluso della proposta Polipark che dal 23 gennaio 2004 è stata dichiarata di pubblico interesse da parte del Commissario al Traffico. Ma è da tempo che il progetto si muove nell’ombra: il Consiglio di Zona 3 non è mai stato interpellato e la Commissione Verde lo ha casualmente illustrato. Anno nuovo, solite micropolveri e solite minimizzazioni ![]() Con enfasi degna di miglior causa la Regione Lombardia ha fatto sapere che nel 2006 abbiamo respirato meglio che nel 2005. Infatti, secondo i dati istituzionali a Milano i giorni nei quali è stata superata la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo di PM10 sono stati ben 2 in meno. Peccato che la stessa enfasi non sia stata utilizzata per comunicare ai cittadini un altro dato, e cioè che i giorni di superamento sono stati 139, cioè quasi il quadruplo di quelli consentiti dalla normativa europea e che le medie delle micropolveri si sono spesso attestate su valori più che allarmanti. |
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