La benemerenza assegnata a Morando Morandini fa strepitare De Corato

Da troppi anni ormai quella che dovrebbe essere la massima onorificenza cittadina è terreno di scontro politico tra proposte strampalate, veti incrociati e mediazioni che ricordano il manuale Cencelli.
Ad innescare la polemica è stato ieri l'ex vice Sindaco e capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Marino, Riccardo De Corato che ha tuonato di "io da Milanese mi vergogno". Motivo di tanta indignazione? L'Ambrogino consegnato dal Sindaco e dall'assessore alla Cultura a Morando Morandini, il novantenne critico cinematografico autore della più nota guida per cinefili.
Per De Corato Morandini è colpevole di essere il padre di Paolo Morandini uno degli appartenenti al commando terroristico che il 28 maggio 1980 uccise il giornalista del Corriere Walter Tobagi, nonché uno dei firmatari della famosa lettera aperta sul caso Pinelli promossa da L'Espresso il 10 giugno 1971 e sottoscritta da 757 intellettuali (tra cui Norberto Bobbio, Umberto Eco, Dacia Maraini, Eugenio Scalfari, Giulio Carlo Argan, Giorgio Bocca, Carlo Salinari, Gae Aulenti, Giovanni Raboni, Giulio Einaudi, Federico Fellini, Franco Basaglia). Come molti altri già negli anni passati Morandini riconobbe pubblicamente che quella lettera aperta fu un errore.
A chiudere le polemiche il Sindaco: "Un padre non può rispondere delle colpe dei figli."
Ettore Pareti