Completato il rimpasto di giunta, il Sindaco smorza le polemiche e annuncia “un nuovo inizio”

Ultima sostituzione, quella non obbligata, il cambio alla Cultura, con Filippo del Corno chiamato al posto di Stefano Boeri, sostituito dopo le polemiche dei giorni scorsi, ennesimo -e forse non ultimo- episodio di una lunga serie di scontri e incomprensioni tra il primo cittadino e il suo assessore più prestigioso.
Se il caso della settimana è stato quello del responsabile della Cultura, è però opportuno fare qualche passo a ritroso per ricordare i motivi che hanno portato alla sostituzione di un terzo della squadra di governo, in uno scenario che, dopo la sconfitta del centrosinistra alle elezioni regionali, non era quello sperato dalla maggioranza a Palazzo Marino.
Escluso il caso Boeri, tutte le sostituzioni sono infatti avvenute dopo che il Sindaco aveva chiesto le dimissioni ai suoi colleghi di giunta nel caso di una candidatura per le elezioni regionali o nazionali, come hanno fatto rispettivamente Lucia Castellano, al fianco di Ambrosoli, e Bruno Tabacci con Maria Grazia Guida per il parlamento (quest'ultima sostituita già a gennaio da Francesco Cappelli all'Istruzione).
Il passo indietro chiesto preventivamente da Pisapia agli assessori, che –come è avvenuto per l'ex vicesindaco Guida– si dimettevano senza il 'paracadute' della possibilità di tornare a Palazzo Marino in caso di insuccesso elettorale, era un segnale di quell'impegno tutto centrato sul lavoro per la città che viene richiesto ai membri della giunta.
Nei piani di Palazzo Marino c'era però anche la costruzione di un asse tra Comune e Regione, se al Pirellone la vittoria avesse arriso ad Ambrosoli. L'assessore uscente alla Casa e ai Lavori pubblici Lucia Castellano avrebbe probabilmente continuato il suo lavoro nello stesso ruolo, questa volta però come assessore regionale, e uno spostamento a Palazzo Lombardia era stato ipotizzato anche per l'ex direttore generale di Palzzo Marino Davide Corritore.
Sfumati questi piani, ci si può chiedere se le dimissioni di Tabacci, Guida e Castellano fossero assolutamente necessarie. Per capirlo bisogna in questo caso tornare ancora più indietro, questa volta alla maratona delle primarie del centrosinistra per scegliere il leader della coalizione a livello nazionale, primarie alle quali aveva partecipato anche Bruno Tabacci.
In quel caso Tabacci aveva rimesso al Sindaco le proprie deleghe di assessore al Bilancio, ovviamente rimettendo a Pisapia qualunque decisione sul suo ruolo. Quelle per le primarie erano però sembrata da subito una sorta di 'dimissioni a tempo', tanto che già a fine novembre il responsabile del Bilancio aveva ripreso il suo posto a Milano.
Così il passo indietro rispetto alle deleghe assessorili, che poteva sicuramente essere letto come una scelta di serietà, diventava però anche un precedente che difficilmente avrebbe potuto ripetersi per chi, come lo stesso Tabacci, avrebbe deciso di correre per le elezioni del 24 e 25 febbraio scorso. Proprio in nome di quell'impegno a tempo pieno che il Sindaco ha chiesto nuovamente ai suoi nel Consiglio comunale di lunedì scorso.
Al Bilancio arriva ora Francesca Balzani, eurodeputata del Pd, già assessore nello stesso ruolo a Genova fino a maggio 2012. Tra i suoi punti di forza, come ha spiegato al suo arrivo a Palazzo Marino, la spending review operata nel capoluogo ligure, col bilancio gestito per progetti e non più secondo la spesa storica, e l'impegno anche a Bruxelles come relatrice del bilancio europeo 2012. Un impegno, questo, che costituirà una scadenza non temporale ma di merito, da portare a termine prima di svolgere a tempo pieno il ruolo di assessore comunale.
Quanto alle casse di Palazzo Marino, la neo-assessore non ha escluso la possibilità di cedere quote di Partecipate (a partire da Sea), se ciò dovesse servire per abbattere il debito del Comune che, ha precisato, è “la grande sfida” da affrontare. La dismissione delle partecipate è però “una strada da percorrere con cautela”, ha aggiunto, da considerare quasi come extrema ratio.
La composizione della nuova squadra di governo ha poi portato anche all'elezione di Lamberto Bertolè a capogruppo del Pd in sostituzione di Carmela Rozza, mentre è ancora da occupare una casella nel centrodestra dopo le dimissioni eccellenti, la settimana scorsa, di Carlo Masseroli, che per ora ha detto di voler lasciare la politica attiva.
Claudio Urbano