Parte oggi il primo quartiere free wireless, ma non grazie al Comune

Partì alla fine del 2007 dal Parco Sempione. Partì e non arrivò mai.
Nell’aprile dello scorso anno, in occasione dell’Innovation Forum di Idc 2009 dedicato alla città digitale l’assessore alla Ricerca e Innovazione Luigi Rossi Bernardi dichiarò che il progetto doveva essere dimensionato sull’uso effettivo che se ne sarebbe fatto a Milano, dove, secondo lui, sarebbero stati in pochi a usarlo.
Nell’attesa che questo (o altro) “piano wireless” del Comune riemerga dal naufragio, dall’1 ottobre all’Ortica la rete Internet senza fili è una realtà. Chiunque potrà connettersi gratis all’aperto con il proprio pc, grazie a un network di 30 antenne wi-fi messe a disposizione da un gruppo di appassionati di tecnologia dell’associazione GreenGeek.
“Milano è una delle città del mondo occidentale dove la rete wireless è più debole – ha dichiarato il presidente Mauro Lattuada– e visto che l’amministrazione non ha mai provveduto a mettere in piedi una rete pubblica decente, ci pensiamo noi”.
Festa grande all’Ortica (www.viaortica.org) dunque, che nei prossimi 3 giorni (1-3 ottobre 2010) inaugura il nuovo sistema e per l’occasione sarà “illuminata a Led, alimentata da energie alternative, connessa in free wireless, mossa da auto elettriche”. E i promotori dell’idea non vogliono fermarsi qui: il prossimo quartiere dovrebbe essere la Barona, secondo un progetto che prevede di installare a Milano cinquemila antenne per navigare in Internet gratis e senza fili.
Per adesso, all’Ortica, la procedura è piuttosto agevole: la registrazione semplice è veloce e non richiede di inviare i dati dei propri documenti. All’utente viene chiesto di fare una telefonata di riconoscimento gratuita, che serve solo per riconoscere il numero della connessione e che servirà in seguito come log in all’utente, e da quel momento si naviga gratis per un’ora.
Chissà che questa iniziativa non sia uno stimolo per convincere l’amministrazione comunale a investire su quello che, al pari di altri, dovrebbe entrare di diritto tra i servizi pubblici.