Per Expo 2015 la città si riempie di mercati a filiera corta. E poi?

Il progetto sperimentale di due anni è rivolto a operatori agricoli, coltivatori diretti, imprenditori agricoli professionali, società agricole, singoli o associati, iscritti alle Camere di Commercio della Regione Lombardia o delle Province immediatamente limitrofe: c’è tempo fino al prossimo 14 novembre per presentare le domande per la concessione delle aree pubbliche che il Comune di Milano destina all’istituzione e allo svolgimento dei mercati. Oltre alla vendita diretta delle eccellenze agricole, potranno essere realizzate anche attività didattiche, culturali, artistiche, dimostrative per promuovere una corretta alimentazione, a partire dai bambini, e sensibilizzare i consumatori verso i prodotti alimentari, tradizionali e artigianali dei territori rurali.
Ogni area avrà un “referente di mercato” che sarà responsabile della sua organizzazione e gestione e che sarà individuato dagli stessi operatori agricoli; e una particolare attenzione sarà rivolta alla tracciabilità dei prodotti, con il riconoscimento della loro origine, delle aziende agricole e dei Comuni di provenienza. È previsto poi che ogni mercato abbia un’immagine coordinata e che la disposizione delle strutture di vendita sia in linea con il contesto urbano e lo spazio pubblico circostante.
“Sosteniamo con forza l’agricoltura milanese e lombarda, che produce eccellenze apprezzate ovunque, in Italia e nel mondo: aziende e prodotti che vogliamo promuovere e valorizzare sempre più anche in vista di Expo 2015, importante vetrina per la ricchezza agricola del nostro territorio”, ha detto il vicesindaco e assessore all’Urbanistica con delega all’Agricoltura Ada Lucia De Cesaris.
Chissà se tutto questo interesse continuerà ad essere coltivato dalle istituzioni anche nel post Expo: in fondo il problema dell’eredità di un simile evento si pone non solo in termini di infrastrutture e aree edificate ma anche, a fronte di un pubblico interessato, di servizi e cultura.
A.Pozzi