Consegnate in Provincia le firme per chiedere di non costruire sull’area del Parco dell’ex OP Paolo Pini: ma l'opzione zero cemento non è contemplata dalla Provincia

Ha detto anche che l’Amministrazione provinciale non vuole sottrarsi al dialogo con i cittadini. Che ogni intervento di natura edilizia verrà condotto attraverso soluzioni il più possibile condivise. E che il progetto andrà ad esclusivo vantaggio di coloro che potranno beneficiare degli appartamenti a canone agevolato.
Un progetto sul quale anche il Comune di Milano ha espresso perplessità, attraverso la vicesindaco con delega all'Urbanistica, Ada Lucia De Cesaris, che il 15 maggio scorso ha dichiarato: “I progetti che prevedono la realizzazione di residenza sociale sono sempre di particolare interesse per questa Amministrazione, quando, ovviamente, ne è certa la sostenibilità economico-finanziaria. Nel caso specifico, la Provincia ha a sua disposizione più di un'area per realizzare questa tipologia di interventi: per questo crediamo che il progetto ad Affori vada riconsiderato. Qui, infatti, esiste una realtà territoriale di particolare valore sia sotto il profilo paesaggistico sia sotto il profilo sociale. Il Comune, quindi, chiede di rivalutare il destino dell'area, concordando un intervento che sostenga e stabilizzi le realtà esistenti: il parco dell'ex O.P. Pini, il Giardino degli Aromi e l'importante sperimentazione dell'Istituto Pareto”, ricordando anche che “prima di avviare qualsiasi nuovo bando le regole del Piano di Governo del Territorio prevedono la sottoscrizione e la ratifica di specifici accordi di programma che, oltre alla Provincia, devono coinvolgere il Comune e la Regione”.
Ed erano tantissimi, mercoledì, i cittadini presenti a Palazzo Isimbardi: un centinaio di “seminatori di urbanità”, studenti e professori, genitori dell’Istituto Pareto, operatori psichiatrici, utenti del dipartimento di salute mentale dell’ospedale Niguarda, paesaggisti e agronomi, tutti a chiedere (a chiedersi) perché consumare suolo e verde di un parco presente sul territorio da millenni quando Milano abbonda di alloggi sfitti o invenduti, perché le case di proprietà della Provincia in Via Assietta, proprio di fronte all’area in questione “sono state messe in vendita con bando a privati cacciando via le persone che ci abitano da anni”.
“La giunta Podestà ha presentato in pompa magna il Piano casa provinciale senza consultare il consiglio provinciale e senza prendere minimamente in considerazione le enormi contrarietà espresse dal territorio” ha dichiarato il Capogruppo in Provincia di Milano per Lista un’Altra Provincia-PRC-PdCI Massimo Gatti durante la commissione provinciale Territorio “Noi ribadiamo che l’unica risposta sensata che può dare la giunta è quella di cancellare immediatamente il Piano casa. Al primo posto vanno messi gli interessi dei cittadini e la tutela di quell’area che costituisce un patrimonio sociale e ambientale preziosissimo non solo per il quartiere, ma per la città e l’area metropolitana tutta”.
Il prossimo appuntamento, per tutti coloro che condividono la battaglia dei Seminatori di Urbanità e dei residenti, è lunedì 3 giugno alle ore 17 in consiglio comunale di Milano, con il Sindaco Pisapia e il vice-sindaco De Cesaris, per la consegna delle firme e un confronto con l’Amministrazione Comunale.
A.Pozzi