Immagini e suggerimenti dalla XXI Esposizione Internazionale della Triennale, aperta dal 2 aprile al 12 settembre
Domani debutta la XXI esposizione Internazionale della Triennale di Milano, il cui titolo è '21st Century. Design after Design'. E' un'esposizione complessa e piuttosto vasta, che conta 19 sedi, 11 mostre curate dal comitato XXI1T e 16 in collaborazione con altri soggetti, un numero imprecisato di convegni, spettacoli teatrali, installazioni, incontri, un orto planetario, due summer school, qualcosa di dimensioni tali che renderne conto in un solo articolo è piuttosto inutile. Ci limitiamo a darvi qualche suggestione sulla base di quello che abbiamo visto, sperando di lasciare il messaggio che questa esposizione internazionale d'arte ospitata dalla nostra città è un'occasione per vedere opere e artisti, per scoprire luoghi nuovi della città, per riscoprirne di vecchi, per lasciarsi suggestionare dalla contemporaneità. Con un'avvertenza: quello che proponiamo è accessibile a tutti, anche a chi non è addetto ai lavori, a chi non s'intende di architettura o arte contemporanea o non è al passo con le ultime tendenze del design. |
Allestita in Pirelli HangarBicocca e curata da Nina Bassoli, è stata ideata e diretta da Pierluigi Nicolin. Nel bello spazio dell'Hangar, uno di quelli che in questi anni è riuscito a darsi un'identità precisa e una riconoscibilità per chi lo fruisce, nonché uno dei più accoglienti nonostante il simil-deserto urbano che lo circonda, e uno dei più attenti anche all'infanzia, sono collocati dei "pezzi di architettura, collocati in una penombra dove sono illuminati i singoli pezzi". Alla mostra hanno partecipato 14 studi di architetti, con la missino di definire un vero e proprio spazio emotivo: "L'architettura - ha spiegato Nicolin - è una cosa che riguarda il corpo, ci vivi dentro, calpesti il pavimento, senti degli odori, dei rumori, eccetera. Tutto questo la mostra vuole dirlo, non vuole trasferire l'architettura sul piano dell'immagine, con una foto, un filmato o anche un racconto scritto, ma vuole coinvolgere il corpo in questa multisensorialità". E così ci si trova ad attraversare uno spazio di tubi che tintinnano l'uno sull'altro definendo musicalmente il nostro muoverci nello spazio, oppure a infilarci dentro una sorta di sala degli specchi in un meeting a due che è una sorta di blind date. Si può salire su una montagna di cartone riciclato che da forma a un "rural studio" o camminare nello stretto tunnel tra due mura che invitano all'interazione e chiedono di essere toccate, baciate, deformate.
New Craft
Negli spazi della Fabbrica del Vapore, alla vigilia di quello che si annuncia come un cambio della guardia nella gestione e nell'utilizzo di quest'area, c'è la mostra New Craft, ovvero i vecchi mestieri dell'artigianato ai tempi nostri. Incursioni curiose in un futuro futuribile, ci si può trovare, nell'area Kitchen Tools, l'allestimento di uno scenario domestico in cui le recenti istanze legate all'autoproduzione incontrano le tecnologie moderne di fabbricazione digitale. Dentro lo spazio di una cucina immaginaria si trova un dispenser per il grano collegato a un mulino casalingo che a sua volta è seguito da una speciale stampante di pasta in 3D, sponsorizzata, manco a dirlo, da Barilla. Nella stessa cucina, una macchina per fare l'aceto in casa e vari altri strumenti che ricreano un microcosmo di produzione/fruizione del cibo. Ognuno ne penserà ciò che vuole, è comunque curioso vedere dove portano le tendenze contemporanee legate al tema della nutrizione.
Ancora, un settore dedicato al mondo della bicicletta (c'è esposta persino una due ruote BikeMi!), uno alla stampa, e alla riflessione sul fatto che l'arte di stampare non è affatto morta; e poi gioielli, sartoria, stampa 3D con vari materiali. Canon è partner a supporto di ben 3 mostre, oltre a questa "Neo preistoria-100 verbi" che so terrà presso la Triennale e "Sempering" di cui parliamo qui sotto
Sempering
Negli spazi del Mudec, una piccola ma interessante panoramica sull'incontro tra forma e materia e sulle declinazioni che questo prende in architettura. Otto sezioni per altrettanti stili, o meglio "azioni costruttive su un materiale che lasciano una traccia formale significativa sul prodotto finale". Sembra più difficile di quello che è: lo spettatore vedrà delle pieghe, delle sovrapposizioni, dei materiali plasmati o soffiati, manufatti che appartengono alla quotidianità ma che portano il segno di un'azione del creatore. L'invito è a lasciarsi suggestionare dalle forme e dai materiali, pensando che tutto quello che incontriamo nella vita ha preso le mosse da un'idea che gli ha dato forma, quella precisa forma e consistenza.