Il Banco Alimentare presenta il bilancio sociale e racconta l'emergenza minori: 670mila indigenti in Lombardia di cui 60mila bambini
A volte i numeri aiutano le parole a raccontare la realtà, e certo quelli emersi oggi dalla presentazione del bilancio sociale 2015 del Banco Alimentare (fondazione che si occupa di recuperare e ridistribuire il cibo che avanza in mense, catene della grande distribuzione e scuole) sono piuttosto eloquenti. Raccontano di un raddoppio del numero di bambini e adolescenti poveri dal 2008 a oggi, una vera e propria emergenza minori. Secondo Banco Alimentare, che stamattina ha presentato il bilancio sociale in via San Vittore nella sede dell'alta scuola Impresa e società di Università Cattolica, nel 2015 sono 670mila gli indigenti in Lombardia, più 100mila rispetto all'anno precedente, dei quali quasi 210mila (una su tre) hanno ricevuto assistenza da Banco Alimentare nel 2015. Di questi, quasi 60mila ha meno di 18 anni. A livello nazionale, i minori che soffrono la fame sono un milione e 131mila. Solo a Milano sono 13mila gli 'under 18' che si affidano alla struttura, quasi uno su quattro sul totale regionale. |
Sempre secondo il rapporto, nel 2015 attraverso la sua attività Banco Alimentare ha raccolto oltre 17mila tonnellate di cibo, permettendo la distribuzione di 34 milioni di pasti equivalenti. In dettaglio, sono 29 milioni i pasti inseriti nei pacchi viveri e 5 quelli cucinati in strutture caritative, per un calcolo di 93.400 pasti distribuiti ogni giorno. All'incontro oggi erano presenti l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, il presidente del Banco Alimentare Roberto Vassena e il direttore Marco Magnelli.
"La collaborazione ormai decennale con il Banco Alimentare Lombardia ha un enorme valore per la nostra città" ha detto Majorino, che ha definito la collaborazione con associazione "una sinergia tra pubblico e privato di grande valore sociale e un esempio positivo di gestione delle emergenze sociali della nostra città", ribadendo che "Milano fa tanto ma i provvedimenti di sostegno al reddito che vengono messi in campo non sono sufficienti da soli", e dovrebbero essere inseriti nel contesto di una strategia nazionale: "Stiamo per partire con un'iniziativa di sostegno per le famiglie impoverite dalla crisi, con buoni spesa che mettiamo a disposizione delle famiglie più bisognose che possono essere spesi presso alcuni negozi accreditati, perché il rischio è che la povertà si abbatta tra i più fragili tra i fragili, cioè i figli piccoli delle famiglie povere". E ha continuato: "Abbiamo a disposizione per gli ultimi due mesi dell'anno 750mila euro, poi l'intervento sarà reiterato nel 2017, è una piccola mano ma abbastanza significativa a cui si aggiunge da gennaio 2017 il reddito di maternità misura a livello nazionale".