Storia di un bel progetto dedicato ai malati mentali del Molise-Calvairate, e prospettive per il futuro

In particolare, si cercano di raggiungere questi obbiettivi attraverso il sostegno di carattere assistenziale e riabilitativo; il sostegno all'abitare condiviso, attraverso lavori di bonifica, manutenzione e abbellimento dell’alloggio; il consolidamento dei gruppi di auto-aiuto e momenti di "autogestione" da parte dei pazienti che hanno acquisito consapevolezza della propria malattia; l'azione di contrasto della cronicizzazione della malattia attraverso un accompagnamento costante e continuo al superamento delle condizioni di isolamento e di grave emarginazione.
Un progetto in evoluzione costante: nel 2010 ne è nato anche il progetto “Aquilone” di residenzialità leggera con cinque monolocali nella zona Molise-Calvairate e un appartamento in via Palestrina, gestito dalla Fondazione Aiutiamoli onlus; mentre nel 2011 è nato un Corso per “Facilitatori sociali” che vede coinvolti 14 utenti e docenti della salute mentale, e che promuove una pratica che valorizza la responsabilità personale, la partecipazione, la consapevolezza sulla propria malattia e il protagonismo degli utenti, cittadini e operatori, come hanno raccontato alcuni tra i promotori del progetto: Maddalena Filippetti, responsabile e supervisore di “Proviamociassieme” per la Casa della carità, Silvia Landra e Laura Arduini, rispettivamente direttrice e responsabile dell’area salute della Fondazione Casa della carità.
Un progetto che funziona, e che per i risultati raggiunti è ormai un punto di riferimento negli interventi pubblici e privati di salute mentale in zone degradate: ma nonostante gli ottimi risultati, c’è il rischio che il Centro chiuda a causa della legge sul risparmio. Il progetto è infatti finanziato dal Comune di Milano con 80mila euro l’anno, attraverso una convenzione con il Fatebenefratelli che a sua volta si convenziona con Casa della carità e Cooperativa «Detto Fatto» per la gestione. Quest’anno, per la prima volta, la convenzione comunale è stata rinnovata solo fino al 30 giugno prossimo, un brutto segnale che rischia di inficiare la continuità terapeutica e mettere a repentaglio gli sviluppi futuri del progetto.
A. Pozzi