Il Comune di Milano aderisce alla campagna contro l'acquisto degli F35

La cifra inizialmente destinata all'acquisto degli F35 era addirittura di oltre 13 miliardi per 131 veivoli. Sull'importo tatale, in verità, non c'è mai stata certezza e persino il Pentagono -gli USA sono uno degli otto paesi insieme all'Italia che fanno parte del consorzio di progettazione e realizzazione- ha paventato che il costo dell'operazione potrebbe raddoppiare al termine del progetto, previsto per il 2023. Altri paesi del consorzio, come Australia, Turchia, Norvegia e Canada hanno pesantemente rivisto, o addirittura sospeso, il proprio impegno poiché oltre al costo, a detta di molti esperti militari il caccia è nato già vecchio e inadeguato agli scenari tattici e strategici previsti per i prossimi due decenni.
“E’ uno spreco – ha dichiarato il Sindaco Pisapia - spendere una somma così ingente per degli armamenti, che peraltro sono inutili, in presenza dell’articolo 11 della Costituzione che usa una parola molto forte: ‘L’Italia ripudia la guerra’. E’ importante ricordarlo a tutti gli italiani, al Governo, al Parlamento, ai giovani: ‘ripudia’ significa che nulla vogliamo avere a che fare con la guerra e oggi in un momento di crisi spendere delle somme simili per degli armamenti che sono inutili e in contrasto con la Costituzione è assolutamente sbagliato, è fuorviante”.
Insieme al Sindaco hanno lanciato l’appello al Governo l’assessore alle Politiche sociali, Piefrancesco Majorino, il coordinatore della campagna nazionale, Francesco Vignarca, Paolo Ricotti della Presidenza Acli Provinciali Milano.
“Con le risorse spese per due cacciabombardieri – ha affermato l’assessore Majorino – potremmo realizzare dieci centri di eccellenza per l’assistenza ai disabili, riqualificare tutte le scuole, abbattere le barriere architettoniche della nostra città. Interrompere l’acquisto di questi velivoli, che non comporta alcuna penale, non è solo una scelta di buon senso ma è la risposta a un’istanza comune che parte dalle amministrazioni locali e dai cittadini”.
Nei mesi scorsi il Ministero della difesa aveva sostenuto che era impossibile rinunciare all'acquisto dei caccia poiché la penale prevista era superiore alla spesa preventivata. In realtà secondo il "Memorandum of Understanding", il documento che sancisce l'accordo tra paesi compartecipanti firmato dall'Italia nel 2007, qualsiasi Stato partecipante può ritirarsi dall'accordo con un preavviso scritto di 90 giorni da notificare poi agli altri Stati. Ma non sono previste multe e secondo il principio della distribuzione degli oneri tra i partecipanti, la spesa massima per l'Italia per il ritiro dal programma ammonterebbe a poco più 900 milioni di euro.
In tempi di crisi i quasi 10 miliardi restanti sarebbero una boccata d'ossigeno per i Comuni e i servizi ai cittadini massacrati dai tagli degli ultimi anni.
Beniamino Piantieri