Con i soldi dello Stato il Comune vuole ricostruire i palazzi che prima doveva ristrutturare

Il Ministero delle Infrastrutture garantiva il finanziamento di 20.208.413,50 euro, il Comune impegnava altrettanti fondi propri.
Tra gli interventi previsti nel piano accordato figura la ricostruzione di due delle tre torri di Via Tofano 5 di Quinto Romano.
Il complesso, costruito vent'anni fa, ha evidenziato sin dai primi tempi significative carenze di tipo strutturale.
L'arrivo dei finanziamenti dello Stato, legati alla ricostruzione e non al riadattamento degli edifici, ha però orientato il comune a modificare la sua strategia.
Si stabilisce quindi che per le torri A e B non è più sufficiente una semplice ristrutturazione poiché “versano in gravi condizioni strutturali” e se ne ritiene pertanto necessario l’abbattimento e la ricostruzione ex novo.
Costi del progetto: 16,7 milioni di euro.
“Il Comune invece di usare le risorse statali come “aggiuntive” le usa come “sostitutive” – spiega Carmela Rozza, Consigliere Comunale dell’Ulivo-, di fatto risparmia i soldi propri destinati alla ristrutturazione dei palazzi e utilizza quelli dell’accordo di marzo per procedere ad un’operazione ritenuta fino all’anno scorso non necessaria”.
Ma la questione non è solamente di carattere economico.
C’è in ballo il futuro di 81 famiglie che dovranno lasciare i loro appartamenti.
Il Sunia, il Comitato degli Inquilini e l’Assessorato alla Casa e Demanio hanno aperto un tavolo di trattativa finalizzato alla risoluzione dei problemi di mobilità. ( Ascolta l'intervista a Silvia Davite, segretario milanese del Sunia).
Il Comune si impegna ad individuare alloggi idonei e rispondenti alle necessità dei nuclei familiari che subiranno lo sgombero, dando priorità alle esigenze degli inquilini più disagiati.
Promesse che però non cancellano le incertezze e le preoccupazioni di chi in questi stabili ci abita da vent’anni.
Luigi Fabiani, presidente del Comitato di via Tofano e portavoce degli interessi degli inquilini, si dichiara perplesso sulla necessità ed urgenza di radere al suolo i due palazzi: “le crepe riguardano le pareti interne delle case, non la struttura portante. Se ora il Comune parla di “gravi condizioni strutturali” due sono le cose: o per 20 anni ci ha consapevolmente lasciato vivere in stabili insicuri (il che, forse sarebbe ancora più grave) o ingigantisce il problema per giustificare l’utilizzo dei fondi statali. Io ritengo più probabile la seconda ipotesi, anche perché l’ultima perizia di cui abbiamo preso visione risale al 1997 e non parla assolutamente di demolizione, ma di ristrutturazione”.
“L’errore è stato fatto in partenza – conferma il signor Mura, inquilino della torre A - I palazzi dovevano essere di 8 piani, poi invece se ne fecero 10. I muri tramezzi furono costruiti con mattone forato, decisamente troppo pesante. Così, presto le pareti dei piani bassi cominciarono a scoppiare a causa del carico troppo elevato”.
Stesso problema strutturale che afflisse il palazzo C, da poco finito di ristrutturare.
“Un comitato composto da alcuni inquilini- prosegue Mura- ha preso visione dei lavori effettuati negli appartamenti della torre C, anche per capire l’eventuale convenienza a richiederne l’assegnazione.
I muri tramezzi sono stati ricostruiti in cartongesso, materiale più leggero e più idoneo a sostenere il peso di 10 piani. Tuttavia mancano alcuni lavori, come l’installazione di apposite prese per i lampadari. Su questo l’Assessore Verga ha ironizzato sostenendo che oggigiorno i lampadari non vanno più di moda; ora si usano le lampade da terra. Inoltre il collaudo non è stato ancora fatto. Io personalmente non ho intenzione di richiedere l’assegnazione di un appartamento della C, anche in prospettiva dei nuovi cantieri che si apriranno per le torri A e B. Sono previsti altresì lavori sotterranei per i parcheggi, che, a mio avviso, arrecheranno problemi di assestamento anche per la torre C. Non voglio rischiare di dover ricominciare tutto da capo tra due anni”.
Abbiamo tentato di contattare il sostenitore della moda delle lampade a terra Assessore Verga per chiedere delucidazioni sulle prossime mosse del Comune, ma la sua segreteria si è limitata a comunicarci la data del suo rientro dalle vacanze.
La stessa risposta è pervenuta dallo staff del Direttore di Settore alla Casa e Demanio Mauro Giacobini, mentre una maggior disponibilità è arrivata da parte dei collaboratori dell’Assessore alle Infrastrutture e Lavori Pubblici Bruno Simini.
Tuttavia, nemmeno loro sono stati in grado di metterci in contatto con qualcuno capace di fornire informazioni.
Giulia Cusumano