Peggiora di mese in mese la situazione nelle case di via Bolla. Ma a settembre il quartiere potrebbe cambiare, coi primi inquilini del piano “Abitare a Milano”

Nei 244 alloggi di via Bolla si contano 30 occupazioni abusive secondo Aler, secondo gli stessi abitanti i casi di abusivismo sono almeno 50. Classificare i residenti in abusivi e regolari è però riduttivo perché alla casistica si devono aggiungere le situazioni di morosità, più o meno colpevole, ma anche i casi di occupanti abusivi che, però, pagano regolarmente le utenze e cercano in qualche modo di contrastare il degrado del condominio. “Sono stata io la prima a comprare il cilindro della serratura per chiudere le cantine”, spiega una signora che ammette di avere occupato l'appartamento in cui vive da qualche anno.
E in effetti i problemi sono ben visibili a partire dalle cantine, i cui muri rimangono anneriti dagli incendi appiccati nel passato. “Ma rispetto all'anno scorso gli allacciamenti abusivi sono addirittura aumentati”, denuncia la signora Georgeta Pipelea, che si fa portavoce degli inquilini regolari, ma che prende le difese anche degli altri, pur che mantengano la cura del condominio.
Il principale obiettivo delle critiche sono alcune famiglie Rom che hanno occupato recentemente alcuni alloggi, e il cui comportamento, tra schiamazzi e bombole del gas sistemate negli spazi comuni, provoca parecchi disagi agli altri inquilini. E poi ci sono un imprecisato numero di persone che approfittano della possibilità di sfruttare gli spazi comuni del condominio senza nessun controllo.
Aler ha provveduto alla sostituzione dei citofoni e alla pulizia delle cantine ma i responsabili della manutenzione ordinaria hanno spiegato di non avere competenze, ad esempio, sugli impianti di riscaldamento e sugli ascensori. Quanto alla derattizzazione, l'operazione è stata eseguita solo negli spazi comuni delle cantine, perché farla in tutte richiederebbe una spesa suddivisa tra ogni inquilino. Nel condominio sembra non si faccia la raccolta differenziata (mancano del resto le apposite isole per i rifiuti) e Amsa in un anno ha effettuato diverse pulizie straordinarie, per un conto di circa 8000 euro.
Da Aler si attende ancora un piano di ristrutturazione straordinaria, mentre gli inquilini invocano che il Comune avvii la commissione che dovrebbe esaminare una per una la condizione delle famiglie, per decidere chi ha diritto ad un alloggio in deroga alle graduatorie delle case popolari. Un'opportunità per il quartiere sarà l'arrivo, tra qualche mese, di nuovi residenti. Quelli che potrebbero scegliere le case di via Appennini del piano “Abitare a Milano” lanciato dal Comune ormai otto anni fa. 196 appartamenti tutti destinati all'affitto, sia a canone sociale che convenzionato, nei nuovi stabili commissionati dal Comune. Il bando è del 2007 e i lavori sarebbero dovuti terminare, nei progetti iniziali, nel 2009. Ritardi nell'assegnazione dei lavori e il fallimento dell'impresa costruttrice sono la causa dei cantieri ancora aperti.
I tecnici di Palazzo Marino assicurano però che per settembre gli edifici saranno pronti, e ad ottobre potranno arrivare i nuovi abitanti. In un contesto dove “dimensione domestica dell'abitare e quella dello spazio collettivo dialogano tra loro, proponendo nuove articolazioni dello spazi aperto e consentendo l'insorgere di nuovi profili delle pratiche sociali”, come è scritto nel progetto del nuovo plesso residenziale.
La Zona si sta preparando a stilare i criteri per l'assegnazione degli immobili, ed è su questo punto che il consigliere di zona Fabio Galesi lancia l'allarme: la preoccupazione, avverte, è che “se non si stabiliscono i giusti criteri per l'assegnazione degli alloggi la situazione diventi esplosiva, considerando anche la vicinanza coi caseggiati di via Bolla”. Come sempre l'obiettivo è creare il giusto mix sociale, tra le diverse fasce di abitanti. Per evitare ulteriori rischi di degrado, “sarà anche importante che tutti gli spazi comuni vengano assegnati subito”, continua Galesi. Un messaggio lanciato all'Amministrazione, mentre per via Bolla si aspetta ancora, ormai dalla nuova Aler, un reale piano di intervento.
Claudio Urbano