Quasi 15000 i profughi giunti a Milano negli ultimi otto mesi

Le drammatiche storie di chi fugge dalla guerra civile siriana o dalla fame e dai conflitti endemici dell'Africa subsahariana si raccolgono tra la Stazione centrale e il reticolo di strade tra viale Tunisia e viale Vittorio Veneto. L'approdo milanese per i Siriani in Stazione, per gli Eritrei -e non solo- attorno a quello che fu il Lazzaretto. Poi i dieci centri di accoglienza gestiti dalle associazioni.
Palazzo Marino continua a coordinare le associazioni del terzo settore che ormai da quasi un anno stanno affrontando un'emergenza dalle dimensioni sempre più drammatiche e a lanciare appelli inascoltati.
Di quanti sono arrivati e sono stati censiti negli ultimi dieci mesi solo 13 persone -meno dell'1 per mille del totale- ha fatto richiesta d'asilo per restare nel nostro paese.
Milano è solo una tappa di un viaggio più lungo, come dimostrano i dati raccolti dal Comune, che va dalla Libia (da dove parte l'88% di chi arriva nella nostra città) e ha come mete finali la Scandinavia (61%), la Germania (26,5%) e l'Olanda 9%. Un viaggio che si scontra con la normativa europea che costringe i profughi a rimanere nel Paese in cui sbarcano e vengono riconosciuti e che rischia di diventare un limbo.
anche per questo Palazzo Marino ha chiesto nuovamente l'istituzione di un tavolo ad hoc: “È necessario aprire al più presto un Tavolo Milano -ha detto l'assessore Majorino - riguardo all’emergenza profughi che affronti direttamente e concretamente, con Ministero dell’Interno e Regione Lombardia il transito dalla nostra città di queste persone che scappano dalla guerra. Finora nessuno dei nostri appelli è stato ascoltato nonostante i primi siano partiti alla fine dello scorso agosto. Milano è stata lasciata sola dalle altre istituzioni."
E. P.