Ad un anno dalla sperimentazione, i genitori dei nidi accreditati tirano un bilancio della gestione tutt’altro che positivo

A rimpiazzarle sono arrivate, vincendo la gara tramite autocertificazione, le cooperative Eureka e Consorzio Sis. Per alcuni genitori è stata una vera e propria corsa al ribasso: non solo il punteggio ottenuto in graduatoria è stato appena sufficiente (60/100 e 67/100), ma il cambio di gestione ha comportato un notevole deterioramento del servizio offerto.
I vecchi gestori se ne sono andati portando via tutto: giochi, arredi, matite, colori, peluche, ma anche materiali di uso quotidiano come salviette, bicchieri, fazzoletti, carta igienica, sapone.
Il riallestimento è stato, il più delle volte, molto lento, e in alcune strutture non ancora completato.
Al nido di via Cena, ad esempio, i genitori sono ancora costretti a dotare personalmente i figli di bicchieri, fazzoletti, salviette imbevute e corredino (colori e libri sono arrivati solo a marzo), mentre in via Tadino, solo alla vigilia di un’ispezione del Comune, sono “magicamente” apparsi tavolini, cartelloni e manifesti colorati.
Il monitoraggio della qualità dei servizi è uno dei talloni d’Achille del “Modello Milano” promosso dall’Assessorato ai servizi sociali.
Secondo il piano comunale avrebbe dovuto partire immediatamente in tutte le strutture, ed essere pressochè costante in modo da poter verificare sul campo l’idoneità delle cooperative incaricate. Eppure ad oggi alcuni nidi non hanno ancora ricevuto alcuna visita da parte dei controllori.
Altra questione riguarda il rapporto educatrici/bambini: se nei nidi a gestione diretta il rapporto è di 1 a 6, in quelli accreditati, secondo la legge regionale, è quasi sempre di 1 a 8, nonostante il bando prevedesse un rapporto di 1 a 5 per i lattanti e di 1 a 7 per i bambini tra i 12 e i 36 mesi.
In alcuni casi, denunciano i genitori, si è raggiunto un rapporto di 1 a 10.
Ad influire negativamente sulla qualità del servizio offerto è poi la discontinuità delle educatrici, quasi sempre troppo giovani e con contratti brevi.
”Questo non solo influisce sulla serenità delle maestre, ma impedisce la formazione di un rapporto concreto tra loro e i bambini” denuncia la consigliera comunale Patrizia Quartieri.
Un ulteriore campanello d’allarme riguarda la conversione di alcuni micronidi in sezioni primavera. “Verranno chiusi 14 o 16 nidi e ne verranno aperti tre-denuncia Rita Viotti, mamma di un bambino che frequenta il nido di via Tadino- Molti di quelli chiusi saranno trasformati in sezione primavera. L’Assessore Moioli sostiene che in questo modo i genitori risparmieranno ma non è la stessa cosa: la sezione primavera è una sperimentazione, accoglie solo bambini tra i 24 e i 36 mesi e il rapporto educatrici/bambini è a indici molto superiori”.
Il Comune, attraverso il sistema di accreditamento, risparmia un mucchio di quattrini. Fino all’anno 2008/2009 i nidi erano gestiti da altre cooperative che avevano vinto una gara d’appalto e ogni bambino “costava” all’amministrazione circa 700 euro. Da settembre è il Comune ad aver fissato le condizioni, e sono solo le cooperative ritenute in grado di soddisfarle che si sono viste aggiudicare l’accreditamento.
Oggi per un bambino che frequenta una struttura gestita direttamente dal Comune la spesa è di 1000 euro, per il suo coetaneo iscritto ad un nido accreditato se ne spendono 507 (da cui è da sottrarre il contributo delle famiglie in base al reddito Ise). Se si pensa che molte famiglie rientrano nella fascia i.s.e. più alta e spendono 465 euro al mese perché qualcuno si prenda cura dei propri figli, è facile calcolare quanto sia vantaggioso per il comune procedere con questo metodo di gestione.
“Chi ha avuto un rapporto diretto con i nidi gestiti dal comune ora si trova meno bene. Qualche ragione ci sarà” conclude la Quartieri.
I genitori allarmati dall’ipotesi di un nuovo bando, quindi di un eventuale nuovo passaggio di consegne e di tutti i relativi disagi, si consoleranno almeno per questa notizia, confermata all’indomani dell’incontro dall’Assessore Moioli: per il prossimo anno non ci saranno nuove gare, le cooperative resteranno le stesse d’ufficio.
G. C.