Tra qualche scetticismo l’esercito fa sentire più sicuri i Milanesi che ammettono, però, si tratta di percezione

Vedere i militari per la strada garantirebbe un senso di protezione, a riprova del fatto che ciò che conta non è tanto la sostanza quanto l’apparenza. La facciata prima di tutto.
“Lei si è mai trovata in una situazione pericolosa, le è mai successo qualcosa che abbia compromesso la sua incolumità?”
“No. Però con quello che si sente in giro…”
L’apparenza, il sentito dire, la metropoli pervasa dalla delinquenza dipinta dai media…
“Ma a che servono i militari in zone centrali della città -si chiede qualcuno- quando i problemi reali riguardano le periferie?” Già. A che servono i rinforzi in Corso Vittorio Emanuele, quando già da mesi a presidiare ci sono polizia municipale, carabinieri e guardia di finanza, se non a rinforzare questo apparente senso di protezione? A che servono 170 militari, che, tenendo conto dei turni, saranno una sessantina di ragazzi, in giro per le strade a farsi vedere?
Ciò che conta è rassicurare. Ma può davvero tranquillizzare vedere la città sotto assedio come fosse in guerra? Ha senso instaurare un clima di terrore e sospetto contro un nemico invisibile, dunque potenzialmente contro tutto e tutti?
Giulia Cusumano