Secondo il Comune i criteri stabiliti dal Governo per l'erogazione della Social card sono troppo rigidi

Come ha lamentato l'assessorato alle Politiche sociali, rispetto alle richieste pervenute a Palazzo Marino, l'Inps -che si occupa della valutazione delle domande- ne ha ritenute accoglibili solo il 38,3% (666 su 1738 in totale). Su un altro 6% di richieste il Comune dovrà effettuare ulteriori verifiche sia per quanto riguarda la correttezza dei dati anagrafici dei richiedenti, sia per la congruità delle dichiarazioni Isee.
Quasi il 75% delle domande respinte sono state respinte dall'Inps poiché i richiedenti hanno cessato un'attività lavorativa autonoma o hanno perso l’occupazione nei 36 mesi antecedenti la domanda e quelli che hanno percepito oltre 4.000 euro di reddito sempre nei 6 mesi antecedenti la domanda. Un criterio che non tiene conto dell'ormai estrema "volatilità" della condizione lavorativa, così da escludere soggetti comunque in situazione di grave disagio socio-economico.
“Ci dispiace – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – per l’alto numero dei non idonei. Purtroppo è confermato quanto avevamo denunciato mesi fa. I criteri di individuazione della soglia di povertà stabiliti a Roma si sono rivelati troppo ‘stringenti’ e così molte famiglie in condizione di serissimo disagio economico non vedranno riconosciuta la propria condizione di precarietà.”
Inoltre, secondo Palazzo Marino, anche i tempi di valutazione delle richieste da parte dell'Inps sono stati troppo lunghi
“È inaccettabile – ha continuato l’assessore Majorino – il ritardo con cui ci sono stati comunicati i dati. Abbiamo consegnato le prime liste a ottobre dello scorso anno e, nel frattempo, la situazione di molte persone è peggiorata. Bisogna essere più celeri ed efficaci nel mettere in pratica i provvedimenti contro la povertà. Inps e Governo hanno sottovalutato il fattore tempo."
M. L. C.