Come avevamo previsto il costo del sisma abruzzese si abbatte sull’Expo e il Governo taglia i fondi per la linea 6 del metrò, l’unica inserita nel dossier della candidatura milanese presentata al BIE

Ieri (13 maggio), dopo aver passato settimane a rassicurare, il Sottosegretario leghista con delega alle infrastrutture, il leghista Roberto Castelli, ha dovuto ammettere: “Parte dei fondi destinati al programma infrastrutturale approvato dal Cipe il 6 dicembre 2008 è stata dirottata per la ricostruzione del post terremoto.” E tanti saluti alla sesta linea del metrò.
Sulla M6 si intrecciano alcune questioni di cui abbiamo tentato di dare conto nei mesi scorsi. La prima è quella del percorso (di cui abbiamo detto qui) e sulla quale ritorniamo rapidamente: quanto è indispensabile un inedito tracciato a ferro di cavallo che in parte si sovrapporrebbe latitudinalmente al tratto già esistente delle linea 1 e longitudinalmente scorrerebbe parallelo al tratto della MM2 poche centinaia di metri a ovest?
Le seconda è quella dei tempi: come sarebbe stato mai possibile rispettare il termine del 2015 per la costruzione di una metropolitana per la quale non solo non esiste ad oggi un progetto definitivo, ma nemmeno lo studio approfondito del tracciato e i relativi scavi-saggio per verificare quello che verrà trovato nel sottosuolo; non tanto i reperti archeologici dei quali, come hanno insegnato le vicende dei box sotterranei, si può fare tabula rasa, quanto i sottoservizi, i canali interrati le varie condutture.
La terza, forse la più spinosa, concerne lo scopo esplicito, e ribadito più volte dal Sottosegretario Castelli, per il quale Milano si è candidata ad ospitare l’Esposizione universale del 2015: creare l’occasione e il volano per dotare per far recuperare a Milano il suo gap infrastrutturale. Bene, proprio l’opera più importante presentata al Bureau International des Expositions viene cassata.
Infine c’è il rapporto, ormai sempre più tormentato, proprio con il BIE. Almeno in teoria, il Capoluogo lombardo ha vinto su Smirne anche per il piano infrastrutturale presentato –che comprendeva la M6–. Che diranno a questo punto da Parigi? Vero è che ormai al BIE hanno fatto l’abitudine un po’ a tutto: dalle continue richieste fatte dal Comune di rinviare le visite per controllare lo stato d’avanzamento dei lavori all’attesa di un anno per veder formalizzare la struttura che dovrebbe gestire l’evento, fino alla patetica rissa di questi giorni sulla futura sede della So.Ge.
Si abitueranno –facendo passare quindi il principio– anche al fatto che pur di portare a casa l’assegnazione dell’evento si possono prendere impegni che non si manterranno?
B.P.