Quarto Oggiaro: tra incomprensibili ritardi e promesse non mantenute cresce l'esasperazione degli inquilini

Si doveva partire nell'ottobre del 2006, secondo la tempistica ufficiale, ma finora non è stata posata neppure un'impalcatura; finalmente gli inquilini assieme al SUNIA, dopo tante e vane richieste di chiarimento, hanno ottenuto una data: il Comune ha fatto sapere che entro il prossimo 15 giugno inizieranno i lavori.
Si tratta di opere di riqualificazione strutturale. Riguardano in primo luogo i balconi attualmente fuori norma per quel che riguarda le ringhiere e visibilmente deteriorati dal tempo. Riportano crepe inquietanti, mentre le traversine che sostengono i terrazzini dall'esterno sono erose dalla ruggine. Affacciarsi equivale a rischiare seriamente di precipitare nel vuoto insieme alle macerie.
I tetti sono da rifare come il sistema di scolo dell'acqua piovana. Negli appartamenti l'impianto elettrico non è a norma e si rende necessaria la messa a terra e contemporaneamente il rifacimento dei citofoni e la sostituzione delle antenne. Un'altra necessità impellente è una soluzione igienica per lo spazio destinato alla raccolta dei rifiuti, che ora avviene a cielo aperto al centro dei cortili, cui si dovrebbe rispondere con la costruzione di strutture apposite. Il progetto comporta poi il rifacimento delle facciate a oggi in uno stato di visibile abbandono che accentua il senso di degrado e precarietà del complesso residenziale.
Le cantine sono terra di nessuno: le condotte perdono acqua e liquami su rifiuti abbandonati e alcuni inquilini raccontano di recenti rinvenimenti di armi.
Infine una menzione a parte merita il necessario ripristino delle recinzioni, delle cancellate e delle serrature, legato come è ovvio alle esigenze di sicurezza degli inquilini: “Ora come ora –lamentano i condomini– chiunque in qualunque momento del giorno e della notte può entrare nell'area condominiale”. Gli unici che, nonostante la trepidante attesa dei residenti, ancora non si vedono sono gli operai che avrebbero dovuto eseguire tali lavori. Ma la lunga, decennale attesa sembra essere sul punto di risolversi, stando alle promesse del Comune. Ma a cosa è dovuto un simile ritardo?
Scopriamo che un'altra porzione di intervento interesserà i lavori per l'accorpamento di alcuni alloggi definiti “sotto soglia” (che sono cioè sotto la metratura minima per essere considerati assegnabili). Gli alloggi ampliati figurerebbero come “nuove realizzazioni”, quando di fatto sono in parte già abitati, in parte occupati, e comunque legalmente utilizzabili come alloggi temporanei. Non vorremmo che dietro i ritardi si nascondesse un'operazione tesa a integrare i lavori di accorpamento e quelli di ristrutturazione ma soprattutto che venissero utilizzati per ambedue i fondi stanziati in cofinanziamento col Governo (40.000 euro specificamente vincolati alla realizzazione di nuovi alloggi, secondo il recente accordo firmato col Ministro Di Pietro in data 19-03-2007) per opere verso cui il Comune si era impegnato già prima del menzionato accordo.
Sarebbe questa un'operazione che reitera da parte della Giunta milanese una politica del risparmio sulla casa pubblica quando è sempre più evidente che rispondere alla domanda di casa è un'urgenza imprescindibile. Una simile operazione finirebbe per ridurre il numero di alloggi comunque utilizzabili senza che le risorse del Governo possano essere interamente destinate alla realizzazione di nuove abitazioni.
Ritorneremo a breve sul tema; nel frattempo gli inquilini di Quarto Oggiaro sono ancora lì, in attesa degli operai, in attesa di vivere in un ambiente più sicuro e un po' meno degradato.
Davide Fabiani