Tre progetti di Lottizzazione a Lampugnano potrebbero portare 90 mila mc di cemento in un raggio di 300 metri lineari

Tutto ha inizio nel 2006, quando il Consiglio di zona 8 esprime parere favorevole sul progetto presentato due anni prima dal Gruppo Ligresti per la lottizzazione di 60 mila metri cubi sull’area di Via Trenno e via Natta.
L’approvazione del Consiglio di zona, però, non è avvallata dalla Giunta Comunale, per “problematiche relative alla densità fondiaria e al reperimento di standard”: il rapporto tra metri quadri e metri cubi supera il limite imposto di 4,5. Il progetto viene stralciato, come pure quello presentato sempre dal Gruppo Ligresti nel 2008 per la lottizazione dell’area “bosco via Chiarelli”, di proprietà dello stesso Ligresti.
Forte dei diritti volumetrici sull’area Gallaratese-Lampugnano per 90 mila metri cubi, nel 2009 Ligresti apre un contenzioso con il Comune che si risolve, come dicevamo, in un accordo –in parte ancora ufficioso- che prevede tre lotti distinti: 40 mila metri cubi sull’area Natta-Trenno; 20 mila in via Natta, dove ora c’è un parcheggio, 30 mila tra via Trenno e via Ziegler, al posto dell’area dell’ex depuratore.
In pratica il progetto dei 60 mila metri cubi, dove si volevano costruire tre torri di 60 metri di altezza, verrebbe “spalmato” in due lotti, uno da 40 mila (tre torri da 5, 7 3 9 piani con altezze massime di 21, 28 e 36 metri - vedi foto) e uno da 20 mila, mentre il lotto da 30 mila mc verrebbe ceduto dal Comune a Ligresti in cambio dell’area “bosco di via Chiarelli”.
Se il primo lotto, quello da 40 mila, è già passato con un silenzio-assenso in Consiglio di zona 8 e dovrà ora arrivare in Giunta, il secondo e il terzo sono legati alla trattazione del Piano di governo del territorio, e solo dopo l’approvazione i terreni sarebbero resi disponibili.
L’opposizione di Zona 8 ci vede ancora poco chiaro: “Il progetto del lotto da 20 mila metri cubi è scritto in una relazione tecnica presentata in consiglio di zona, mentre per quello da 30 mila c’è qualcosa che non torna -spiega Angelo Dani, Consigliere del Pd- nella planimetria delle documentazioni forniteci il lotto è segnato, nel verbale no. A richiesta di chiarimento non c’è stata alcuna risposta”.
All’ipotesi di veder sorgere sui cieli di Lampugnano 7 nuove torri l’opposizione non ci sta. “Su via Natta, dove ora c’è solo un depuratore e delle giostre, si verranno a creare 90 mila metri cubi di nuovi palazzoni - denuncia Luigi Caroli- E’ vero che il piano attuale è meno terrificante di quello approvato nell’aprile 2006 dal Consiglio di zona nel 2008. Ma resta inaccettabile per la vivibilità del quartiere”.
La questione riguarda due ordini di problemi: uno viablistico, l’altro paesaggistico.
L’opposizione prevede un incremento del traffico in un ambito già attualmente congestionato, i cittadini del borgo di Lampugnano che abitano in palazzi di al massimo 17 metri d’altezza temono di essere oscurati da torri alte fino a 36 metri. Inoltre nella zona è già in corso la realizzazione di due nuove torri di 20 piani di uffici che si andranno ad aggiungere a quella di Unicredit.
“Si potrebbe pensare a progetti alternativi sull’area -ipotizza Angelo Dani- Vicino via Natta, in via Croce, c’è una zona incolta abbandonata da anni. Si potrebbe ricavare lì delle volumetrie da cedere a Ligresti, in modo da riequilibrare la distribuzione delle volumetria. Oppure si potrebbe lasciare una porzione del bosco di Via Chiarelli, salvaguardando la parte più verde e cedendo quella meno rigogliosa”.
Solo dopo l’approvazione del Pgt le cose saranno più chiare. “Speriamo nelle osservazioni dei cittadini che arriveranno dopo l’approvazione del Piano -conclude Dani- sappiamo bene però che, trattandosi di un accordo tra l’Assessore e Ligresti, difficilmente il progetto salterà”.
Giulia Cusumano