Il Comune propone cinque punti per una nuova legge sugli operatori di noleggio auto con conducente

Ovviamente è necessaria una normativa nazionale per questo l'assessore alla Mobilità, Piarfrancesco Maran, ha proposto al Governo 5 punti per garantire innovazione e legalità in merito ai servizi taxi e noleggio con conducente
“Come Comune di Milano vogliamo portare al Governo una proposta per restituire ai servizi taxi ed NCC regole certe e accettabili per tutti, definendo per legge l’esistenza di intermediari NCC di cui oggi la legge non parla, ma che nei fatti esistono e stabilendo in modo chiaro le norme cui devono sottostare" ha dichiarato Maran.
La proposta del Comune di Milano chiede che venga istituito un registro nazionale di intermediari di noleggio con conducente che avranno il vincolo di far rispettare le regole agli agli aderenti che dovranno dotarsi di una carta dei diritti. Gli intermediari dovranno fornire su richiesta alle istituzioni il registro degli NCC aderenti e delle corse effettuate, per un controllo sul rispetto delle regole: pena l’esclusione dal registro.
Gli intermediari potranno assegnare corse solamente agli operatori della Provincia o Città Metropolitana dalla quale comincia o termina il servizio richiesto. Dal momento della prenotazione all’inizio del servizio dovranno decorrere almeno 90 minuti. Se verranno accertate più di 3 violazioni su base annua, l’intermediario sarà sospeso dal registro nazionale per 12 mesi. A un NCC che dovesse usare un servizio di intermediazione non registrato sarà revocata la licenza.
Infine il Comune chiede l'istituzione di un registro nazionale di intermediari del car pooling. L’intermediario del car pooling potrà chiedere una commissione fino al 10% del valore del viaggio e, attraverso i suoi software, dovrà monitorare che al conducente venga riconosciuto nulla più del rimborso spese di benzina e pedaggi.
“Il conflitto tra taxi ed NCC è in atto a livello mondiale -ha concluso Maran- ed è di difficile gestione attraverso le leggi vigenti, sia in Italia sia all’estero. Non si può più continuare in questo quadro di incertezza e ad oggi le città hanno cercato di intervenire nell’ambito ristretto dei loro poteri sanzionatori. È mancata però una visione nazionale in grado di adeguare le regole alle nuove tecnologie, imponendo ai nuovi operatori diritti e doveri”.
E. P.