Nasce anche a Milano il movimento giovani che si riconosce nei principi slow

Questa è la dichiarazione d’intenti della Rete Giovane di Slow Food, una rete creata dai ragazzi per dare continuità all’associazione nata a Bra nel 1986 (www.slowfood.it) e che si propone, tra le altre cose, di integrare il movimento con un servizio offerto dai giovani per i giovani, con eventi, prezzi e orari adatti ai giovani, nell’idea di coinvolgere anche coloro che non sono iscritti all’associazione e permettere la diffusione delle informazioni sugli stili di vita “buoni puliti e giusti”. Poco più di un mese fa la Rete Giovane si è riunita in un incontro a cui hanno partecipato 50 ragazzi, provenienti da tutta Italia, dalle varie “condotte” (cioè i vari punti di riferimento dislocati sul territorio): e ne è nato un documento che interpreta e rappresenta un intento comune, e cioè quello che abbiamo riportato in apertura di articolo.
Ma non solo questo è il “figlio” dell’incontro sostenuto da Slow Food Milano: ce n’è un altro e si chiama “Slow Food Rete Giovane – Milano”, un movimento che intende rappresentare quella parte giovane della città che si riconosce nei principi slow e che, tra gli obiettivi primari, ha quello di “fare rete”.
“Milano è una città già molto ricca di organizzazioni, associazioni e piccole realtà che operano nella direzione indicata da Slow Food” spiega uno dei rappresentanti, Alberto Nigro “Ci piacerebbe che Rete Giovane diventasse un ponte di collegamento che le metta in comunicazione, in modo che tutti ne possano beneficiare, compresa la partecipazione attiva di quanti si riconoscono nella filosofia slowfoodista, non solo per quanto riguarda il cibo, ma tutte le tematiche della socialità”.
Ovviamente in collegamento con l’ottimo progetto “Nutrire Milano, energie per il cambiamento”, che a sua volta cerca di dar forma ad uno scenario di metro-agricoltura sostenibile e innovativa.
Un’attività parallela a quella dell’associazione principale, dunque, per creare delle opportunità anche per una fascia anagrafica, quella delle nuove generazioni, che sembra meno presente nelle attività dell’associazione.
E per dare risposta alla domanda “come incidere virtuosamente nel tessuto giovanile della città?”. Quindi con mostre fotografiche, rassegne cinematografiche, degustazioni guidate, laboratori del gusto, incontri della terra, con produttori e coltivatori giovani, “e altro ancora” spiega Alberto “nella più autentica ‘austera anarchia’ e ‘intelligenza affettiva’, come dice sempre Carlin Petrini.
Per chi desiderasse essere informato sugli eventi in programma o mettersi in contatto con la Rete, questa è la pagina Facebook dedicata a Slow Food Rete Giovane.
Antiniska Pozzi