Procedono a macchia di leopardo - ma procedono - i lavori per la strada interquartiere nord, cioè la “gronda”, nonostante penda il giudizio dell’Unione Europea

Tra il quartiere Bovisasca e Niguarda c'è di mezzo “solo” Affori, dove proseguono intanto i lavori per il prolungamento della MM3. Scavalcando idealmente il cantiere si giunge su via Cavalletto fino al Parco delle Favole in asse con Viale Enrico Fermi e con l'allacciamento della strada ormai quasi conclusa che si collegherà in quel punto al pronto soccorso di Niguarda. Oltre a questi evidenti segnali, il Comitato registra alcune preoccupanti operazioni che, se è giusta l'ormai smaliziata interpretazione, aprirebbero gli estremi della SIN alle grandi vie di comunicazione extraurbana.
A Ovest infatti, in zona Quarto Oggiaro (Largo Boccioni) si è costruito un sottopassaggio che porta oltre le autostrade. A Est invece, in via Adriano è stato approvato un nuovo progetto preliminare che sarebbe funzionale alla variante del PRG che coinvolge Cascina Gobba. Messi insieme i pezzi già presenti, quelli ormai costruiti e quelli in progetto, rimarrebbero solo poche centinaia di metri per realizzare l'unitarietà di quegli 11km a quattro corsie -capacità di traffico di 5.000 veicoli l'ora- che costituirebbero la Strada Interquartiere posata -guarda un po'!- sulle orme della vecchia Gronda Nord.
Sulla vicenda si innesta poi il caso giudiziario, intrapreso dal Comitato che intende bloccare i lavori. Dopo alterne vicende, vari ricorsi e la modifica del progetto da parte del Consiglio di Stato, sul tratto di Bovisasca i cittadini si sono rivolti alla Direzione Generale dell'Ambiente della Commissione Europea ottenendo l'apertura della procedura di infrazione per la mancata Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Sulla scorta della messa in mora da parte della Commissione si sono quindi rivolti nuovamente al Consiglio di Stato, il quale per un problema di interpretazione delle norme si è detto impossibilitato a prendere una decisione, rimandando di recente la pronunciazione alla Corte di Giustizia Europea.
Nonostante però l'iter processuale che vede coinvolti Consiglio di Stato, Comune di Milano e il Comitato anti-Gronda sia in attesa di dibattimento, i comitati anti-Gronda rilevano i movimenti di cui abbiamo dato conto. I rischi, nel caso in cui la Corte si pronunci negativamente sono che il Comune si trovi a dover sospendere i lavori, pagare le penali relative e, nel caso di ulteriori sanzioni disposti verso il Consiglio di Stato, vedersi chiamato dallo Stato a rendere conto di somme che potrebbero essere dell'ordine di milioni di Euro.
Come dire, oltre al danno anche la beffa.
Testo e foto e video
Fabio Davite