Regione, Provincia e Comune continuano a litigare sul futuro delle aree che dvrebbero ospitare l’Esposizione universale del 2015

Il nuovo protagonismo di Palazzo Marino fa da sponda al Presidente della Provincia, berlusconiano di ferro e antagonista del Pirellone sulla partita delle aree Expo.
Nel frattempo, uno dei due proprietari delle aree –il Gruppo Cabassi– ha deciso di far valere l’accordo di programma firmato anche dalla Regione che prevederebbe la cessione in comodato dei terreni e la restituzione ad Expo finito con concessione di indici edificatori. Dal canto suo il Pirellone sostiene di non aver firmato questo accordo di programma.
A questo punto, se il Bureau International des Expositions non continuasse a brillare per assenza, ce ne sarebbe abbastanza per chiudere la pratica e riassegnare l’Esposizione universale del 2015 ad una sede un po’ più seria.
Intanto pochi giorni fa la Regione ha deliberato la costituzione di una società ad hoc per l’acquisto delle aree. Questa, com’è noto, è la soluzione caldeggiata dal Governatore lombardo, ma osteggiata da Comune e Provincia che spingono per la concessione in comodato.
In attesa di vedere per quanto reggeranno le nuove alleanze romane dei litiganti all’ombra del Duomo, la partita sull’acquisizione delle aree non si sblocca. Il BIE in uno dei pochi sussulti di fermezza avuti nella farsa che si trascina dal 31 marzo 2008 ha fatto sapere che il termine ultimo per l’individuazione ufficiale delle aree espositive è ad ottobre.
La matassa, nonostante il tempo stringa sempre più, è assai lontana dall’essere sbrogliata, poiché è assai probabile che le sponde romane appena acquisite dal Sindaco e da Formigoni possano cedere, a non cedere saranno gli interessi che le due amministrazioni locali stanno tentando di consolidare. La partita del mattone, ultimo gioco redditizio rimasto a Milano, si gioca anche sul futuro dell’are Expo e se questa divenisse edificabile di certo i grandi progetti di altre aree ne verrebbero danneggiati.
Beniamino Piantieri