È partito l'iter per la redazione del Piano urbano della mobilità sostenibile. Un lavoro per i prossimi dieci anni

Se, infatti, nel Piano redatto nel 2001 (quando ancora era da completare il passante ferroviario) una delle parole d'ordine era “intermodalità”, per sottolineare la possibilità di passare facilmente dall'auto, al treno, al mezzo pubblico urbano, oggi la parola chiave del nuovo Pums è senza dubbio “sostenibilità”; tanto che il termine, come del resto previsto dalla normativa europea, entra anche nell'ultima lettera acronimo.
Il discorso è evidente proprio parlando della seconda auto dei milanesi.
Sempre secondo le previsioni elaborate dall'Agenzia per la mobilità di Palazzo Marino potrebbe invece crescere l'uso della bici, arrivando a coprire fino al 15% degli spostamenti urbani, rispetto al 6% di oggi.
Come un grande piano regolatore della mobilità, il Pums metterà nero su bianco quelle che sono le strategie complessive del trasporto nella macroarea milanese, dalle piste ciclabili fino agli aeroporti. Un quadro d'insieme essenziale, considerando che ogni giorno sono 800.000 i pendolari che entrano in città. In parte si tratterà di una fotografia di quanto si sta già facendo, come le due nuove linee di metropolitana, il nuovo servizio di car sharing che è già in programma, o la stessa rete di piste ciclabili. Ma la stesura del documento sarà anche il momento per decidere le priorità del prossimo decennio.
Difficilmente, però, si metteranno in programma grandi opere come il prolungamento di linee del metrò o nuove fermate del passante ferroviario, a causa del “quadro di ridotte disponibilità economiche”, come si legge nelle linee guida del Piano, mentre resta aperto ad esempio il tema dell'integrazione tariffaria tra treno e bus.
Nuovi punti di forza, oltre a questi temi, saranno una maggiore attenzione alla mobilità degli utenti più deboli (anziani e disabili soprattutto), e la pianificazione del trasposto merci, per minimizzarne l'impatto sul territorio cittadino.
Proprio i commercianti hanno manifestato le maggiori preoccupazioni per alcuni indirizzi del Piano. L'Unione del Commercio, che ha salutato favorevolmente le nuove tariffe della sosta in centro, ha lamentato come non siano ancora state realizzate le piazzole di sosta per il carico-scarico promesse in Area C, ed è preoccupata per l'ipotesi di estensione dell'area cittadina con ingresso a pagamento. Di segno opposto, ovviamente, i pensieri degli ambientalisti, con Legambiente e i promotori dei referendum ambientali di Milanosìmuove che chiedono tempi certi proprio per la decisione sull'estensione di Area C.
Il percorso del Pums durerà in ogni caso non meno di un anno e mezzo, con la stesura della prima bozza e della valutazione di impatto ambientale entro l'autunno e il primo dibattito in aula a Palazzo Marino nel 2014. Nel frattempo, ha assicurato il Sindaco, tutti i cittadini potranno far sentire la propria opinione. Già nel mese di luglio sono in programma tre incontri coi rappresentanti delle Zone.
Claudio Urbano