Non bastano i contenitori e neppure le lingue

Innanzitutto c'è da dire che i contenitori non sono assolutamente sufficienti.
La nostra città conta circa 130 mila stabili, più di 650 mila abitazioni e 50647 numeri civici. Ci sono molti condomini che ospitano fino a 20-25 appartamenti, comportando evidentemente l'esigenza spesso insoddisfatta di un maggior numero di contenitori. In tutto Amsa ne assicura solamente 180 mila.
Quelli per la carta sono circa 91 mila, per il vetro 71 mila; ovvero, stando ai numeri forniti dall’AMSA, non ci sono contenitori per vetro e carta sufficienti per tutti gli stabili milanesi.
Inoltre è notevole la scarsità di raccoglitori per pile scariche e per indumenti usati. Sembra almeno che dal 30 giugno prossimo i rivenditori di elettrodomestici dovranno per legge ritirare l'usato, limitando l'indecoroso abbandono di carcasse di ferraglia sui marciapiedi della città.
Secondo punto rilevante e fortemente auspicabile per un miglioramento della situazione è l'informazione dei cittadini.
Periodicamente Amsa distribuisce presso le amministrazioni condominiali un catalogo illustrativo e dettagliato circa la corretta destinazione dei rifiuti domestici. Alle bacheche delle portinerie o agli ingressi residenziali è inoltre solitamente affisso un cartello riassuntivo consultabile dai condomini. Sforzo sufficiente?
Forse, ma indubbiamente non per quanto riguarda una porzione di cittadinanza in continua crescita: quella degli stranieri.
In una città come Milano che conta circa 160 etnie diverse, e una popolazione straniera che supera le 170.000 unità –quasi il 15% della popolazione residente– è facilmente intuibile quanto le indicazioni per la raccolta differenziata possano essere fuorvianti, quando non ignorate, se non vengono spiegate nel modo più chiaro e comprensibile. Soprattutto in considerazione della specificità di alcuni termini ed aggettivi utilizzati nei cataloghi esplicativi.
Amsa assicura che a fine 2005 sono stati inviati alle amministrazioni libricini multilingue contenenti le informazioni per la raccolta differenziata in cinque idiomi differenti. Tuttavia, contattando a campione alcuni condomini delle zone a più alta densità di immigrati, oltre la metà ne hanno negato l’arrivo. Ma anche se ali opuscoli multilingue fossero arrivati ormai più di due anni orsono, gli stranieri da allora sono aumentati di 30.000 unità e indubbiamente I cinque classici idiomi nei quail vengono redatti gli opuscoli multilingue non bastano più.
Ancora una volta si trascurano le esigenze di una fetta di popolazione sempre più sostanziosa e diversificata.
Ancora una volta le difficoltà di comunicazione tra cittadini italiani e cittadini acquisiti risulta d'intralcio al perseguimento di una vivibilità maggiormente qualitative della nostra città.
Giulia Cusumano