In tutte le grandi città europee negli ultimi anni si è investito sulla mobilità ciclabile…a Milano no

Parigi non è certo mai stata una delle storiche città a misura di bicicletta, eppure in pochi anni sono stati sviluppati 500 chilometri di piste ciclabili di cui 220 nell’area centrale. Nelle strade interne dei quartieri residenziali, inoltre, la sicurezza di chi preferisce le due ruote è tutelata da efficaci provvedimenti di moderazione del traffico. Anche grazie all’impegno di ingenti risorse finanziarie –10 milioni di euro nel 2002– infine, la città offre 18.600 posti con archetti e rastrelliere.
La Francia è anche pioniera nell’esperimento di bike-sharing, sistema innovativo di noleggio automatico di biciclette pubbliche che consente di spostarsi da una parte all’altra della città. Le bici, posteggiate in appositi spazi a loro riservati in varie zone delle città, vengono prelevate e restituite allo stesso posto o in un altro, facilitando e incoraggiando gli spostamenti ecologici. Così, dopo il successo riscontrato a Bordeaux nel 2000, il progetto è stato esteso a Rennes, Angers, Lione e Parigi, per poi varcare i confini francesi e raggiungere altrettante città europee.
In Italia il sistema ha attecchito soprattutto al nord, come a Reggio Emilia, Parma, Ravenna, Cesena, Faenza, Bologna, Cuneo e Verona e Ferrara. Ma è stato tenuto ben distante dalle aree metropolitane.
Eppure i dati della Francia, che ai ciclisti milanesi può sembrare quasi un paradiso, impallidiscono di fronte a quelli di altri siti europei.
Se infatti a Parigi la dotazione pro capite di piste ciclabili ammonta a 12,59 metri ogni 100 abitanti, a Vienna la quota sfiora i 62 metri, a Stoccolma supera i 95 e a Helsinki raggiunge addirittura i 193 metri. Considerando che la popolazione della capitale finlandese è di 565.000, quasi un terzo di quella di Milano, è un dato tristemente incomparabile con i nostri 1,83 metri per abitante. Bisogna riconoscere che la nostra città rappresenta forse un caso unico in Europa per quanto riguarda la viabilità e il traffico che ogni giorno confluisce e defluisce al e dal centro storico. Milano, roccaforte dello sviluppo economico e produttivo del nord ovest, estende il suo perimetro ben oltre i 182 chilometri di territorio, ponendosi al centro di una fitta rete di scambi tra le principali città lombarde. Si calcola che ogni giorno siano 763.500 i veicoli a 4 ruote in ingresso ai confini comunali, di cui il 13,5% veicoli commerciali e l’86% automobili. Di queste, il 69,5% appartiene a persone che non risiedono nel comune di Milano. Risulta dunque utopistico sperare di raggiungere i parametri delle capitali nordiche per quanto riguarda la costruzione di piste ciclabili capillarmente diffuse su tutto il territorio.
E' però quantomeno auspicabile che almeno i progetti e gli impegni che da anni il Comune promette, vengano portati a compimento in maniera tempestiva e risolutiva.
A Berlino in 8 anni sono stati costruiti 900 chilometri di pista ciclabile, cui vanno aggiunti 225 chilometri di strade con limite di velocità di 20 km/h. Anche Londra ci ha messo poco tempo per costruire 350 chilometri di piste con uno stanziamento di 18 milioni di euro.
Il centro di Copenhagen con 1 km di piste ogni 5 abitanti, di chilometri ne conta 300, Monaco di Baviera raggiunge i 1000.
Non c’è bisogno insomma di prendere l’esempio estremo di Amsterdam, con 10.000 chilometri di piste per 700.000 mila abitanti per vedere come mentre l’Europa pedala…Milano rimane al palo.
Giulia Cusumano