Palazzo Marino blocca l'apertura di due nuove sale scommesse per il mancato rispetto delle norme edilizie

Nonostante ciò Palazzo Marino ha deciso di non arretrare e di sfruttare fino in fondo gli unici strumenti a disposizione, quelli del Regolamento edilizio.
Dopo la vicenda della sala scommesse di via Cimarosa, chiusa a metà febbraio da un'ordinanza del Sindaco e riaperta dopo una settimana con un provvedimento del Tar, il Comune intende quanto meno utilizzare ogni strumento che le normative edilizie mettono a disposizione, anzitutto il limite minimo di 500 metri di distanza dai cosiddetti luoghi sensibili (scuole, caserme, ospedali, chiese, oratori) per bloccare l'apertura di nuove sale gioco anche se in mancanza di una legge nazionale più stringente il rischio è quello di vedere vanificato ogni sforzo da parte dei Sindaci.
Come ha ricordato ancora una volta il vice sindaco De Cesaris “Il Comune è impegnato per bloccare l’apertura di nuove sale gioco, ma tutto è reso molto difficile dall'attuale sistema autorizzatorio. Chiediamo quindi al Governo di rendere vincolante il parere dei Comuni e alla Regione di modificare quanto prima l'attuale normativa cambiando l'attuale procedura autorizzativa introducendo l’obbligo del permesso di costruire al posto della semplice comunicazione unilaterale, per renderla effettivamente efficace".
Così il 4 giugno il Settore Urbanistica Palazzo Marino ha ordinato la sospensione dei lavori per due nuove sale (una in corso Garibaldi 49, l'altra in via Bugatti 9) per il mancato rispetto della distanza di 500 metri dai luoghi sensibili, intimando alle rispettive proprietà di non aprire i locali, diffidando la struttura di corso Garibaldi "dall’insediamento e apertura della sala e dalla collocazione delle nuove apparecchiature per il gioco d’azzardo” e contestando a quella di via Bugatti che “i lavori comportanti interventi strutturali eccedono l’ambito dell’Edilizia libera e non possono essere presentati con Comunicazione di inizio attività-Cial”.
Per entrambe gli uffici del Settore Urbanistica hanno avviato il procedimento per dichiarare inammissibili e irregolari le rispettive Cial (i permessi a modificare le strutture interne).
E. P.