E' ancora emergenza profughi. Milano tappa per raggiungere il nord Europa

L'ultima richiesta di aiuto è di oggi (8 maggio): ci sono ancora 500 persone nei centri allestiti dal Comune e dalle associazioni che dalla scorsa estate hanno costruito una rete di accoglienza e assistenza. Servono indumenti, biancheria intima, articoli per l'igiene personale, asciugamani che quattro delle associazioni coinvolte nell'accoglienza (Cooperativa Farsi Prossimo, via Monluè 65 tel. 3382836285; Casa della Carità, via Brambilla 10; Progetto Arca, via Aldini 74\A tel. 3457608608 e
Fratelli di San Francesco, via Saponaro 40 tel. 0289310134) stanno raccogliendo. E se dai Milanesi è arrivata una risposta di solidarietà, come ribadisce l'assessore Majorino "dal Ministero dell'Interno, dopo le parole di lunedì ancora nessun atto concreto. Intanto per noi l’emergenza resta”.
L'emergenza dell'ultima ondata di arrivi, quantificata per difetto in 500 profughi, poiché basta fare un giro per le strade tra viale Tunisia e Porta Venezia per vedere decine e decine di Eritrei in attesa di un pasto e magari di un passaggio per varcare il confine, come i dodici stipati in una monovolume e fermati a pochi passi dal confine svizzero in provincia di Varese.
Sono migliaia ormai i rifugiati che sbarcati sulle coste siciliane sono arrivati a Milano, intrappolati nelle maglie di quanto prevede il regolamento Dublino 3 (che aggiorna l'omonima convenzione) entrato in vigore alla fine dello scorso giugno. Il Regolamento prevede che i richiedenti asilo debbano rimanere nel paese dell'Unione dove sono stati identificati: una norma che di fatto scarica sui paesi più esposti al flusso di rifugiati -cioè Italia, Spagna e Grecia- il problema.
Per questo moltissimi di loro evita in ogni modo i controlli pur di varcare il confine e raggiungere le proprie comunità nei paesi del nord europa superando la barriera invisibile quanto solida della normativa comunitaria.
Beniamino Piantieri