La povertà ridotta ad inestetismo urbano e Palazzo Marino interviene con la chirurgia plastica delle politiche securitarie

Nella miglior tradizione del pragmatismo meneghino, Palazzo Marino non si perderà dietro divieti che spesso sfociano nel ridicolo e nei quali si sono prodotte alcune amministrazioni locali. Punterà simbolicamente al sodo: vieterà di chiedere l’elemosina nel centro storico.
Poiché la povertà non è ancora un reato, l’escamotage sarà quello di adottare ordinanze che ufficialmente puniscono l’intralcio alla circolazione dei pedoni.
In realtà, il fine è quello di rendere invisibile la povertà, che ormai non è più né emergenza sociale, né scandalo morale, ma problema estetico sul quale si interviene con la chirurgia plastica delle politiche securitarie e con il botox dei nuovi poteri per i sindaci, di qualunque schieramento politico essi siano.
Il modello è infatti quello delle amministrazioni “democratiche” di Firenze e Venezia, a dimostrare che, come si sostiene da più parti la “sicurezza non è né di sinistra né di destra”, che la voglia di punire i poveri è ambidestra e soprattutto che è Cacciari che traccia il solco, ma De Corato lo difende