Il Comune accelera sul recupero della morosità delle mense scolastiche. Ma mancano ancora dati precisi sugli evasori

I numeri aggiornati al 31 gennaio 2014 parlano di mancate entrate dalle rette per un totale di 34,9 milioni, oltre 10 in più rispetto a fine 2011, quando ci si fermava a 24. Secondo i dati forniti da Milano Ristorazione, le insolvenze sono cresciute anno per anno, dal milione e mezzo del 2003-2004 (anno fino a cui si è risaliti nelle rilevazioni) ad oggi.
Per recuperare le mancate entrate si tratta ora di fare una corsa contro il tempo. La Direzione Scuola del Comune ha infatti avviato una verifica dei conti già dal 2011, ma i mancati pagamenti vanno in prescrizione dopo 8 anni. Prescrizione che è già scattata per due milioni di euro per le rette dovute fino al 2006-2007. Per gli anni successivi si sta recuperando, con l'invio di nuovi solleciti alle famiglie e, soprattutto, con la cosiddetta “iscrizione a ruolo”, ovvero la trasmissione dei conti ad Equitalia per la riscossione forzata dei crediti.
La fotografia dei conti ad oggi è di 3 milioni di crediti prescritti, 11 già passati alla riscossione obbligatoria e altri 3 che potrebbero passare a breve nelle mani di Equitalia.
Se questa è la situazione contabile, nessuno, per ora, sembra volere o essere in grado di mostrare dati più precisi sulla morosità. Non basta infatti sapere che il 53% di chi non paga è nella fascia di reddito più alta, quella sopra i 27.000 euro di indicatore Isee, né che le famiglie con reddito più basso incidono meno sull'insolvenza totale. La fascia più alta infatti raccoglie comunque la maggioranza relativa delle famiglie e, soprattutto, è in questa fascia che vengono classificate anche quelle famiglie che per diversi motivi non presentano la dichiarazione Isee, necessaria per stabilire la retta da pagare.
Quanti sono, dunque, i nuclei famigliari che non pagano pur potendo farlo? E quanti, invece, gli insolventi per 'necessità'? Se infatti è chiaro a tutti che la crisi ha messo in difficoltà le famiglie anche da questo punto di vista – e un'apposita commissione del Comune valuta anche questi casi – la mancata conoscenza dei dati rende difficile immaginare interventi complessivi più precisi ed efficaci. E mentre da Milano Ristorazione fanno sapere che è Palazzo Marino ad essere in possesso di questi numeri, dal Comune arriva la spiegazione opposta.
Intanto, sul piano del servizio a bambini e bambine delle scuole milanesi arriva comunque una buona notizia. Milano Ristorazione si sta organizzando perché gli alunni possano portare a casa frutta e dolcetti avanzati in mensa a pranzo. Un modo per non sprecare cibo ma anche per aiutare quelle famiglie per cui anche quella della tavola è una spesa rilevante.
Claudio Urbano