L’inizio dei lavori è imminente, ma il Comitato e Italia Nostra incalzano l’Amministrazione con azioni legali

E’ del gennaio 2009 l’annuncio che, dopo il solerte lavoro corale svolto dall’assessore Croci con i Saggi, la Sovrintendenza e i tecnici della presente Amministrazione, la costruzione del contestato parcheggio sarebbe finalmente iniziata nel giugno di quest’anno, una decisione appresa dai consiglieri comunali delle commissioni Infrastrutture e Mobilità insieme alla notizia del “via libera” che il progetto definitivo aveva ricevuto da una conferenza dei servizi tenutasi il 10 dicembre precedente.
Col benestare del Comune, della Soprintendenza e dei vigili del fuoco, avrebbero dovuto iniziare i lavori, della durata prevista di due anni, e se non sono ancora iniziati sembra solo una questione di giorni: si attende solo il via libera formale della Giunta.
Ma il Comitato ( ascolta l'audio: Francesca Castelbarco, Consigliere di zona e coordinatrice del Comitato) incalza e non si rassegna, sostenuto da Italia Nostra, il cui presidente nazionale Gianni Losavio ha dichiarato che “il parcheggio costituirebbe un grave reato di danneggiamento di bene culturale riconosciuto e protetto ritenendo pertanto doveroso richiamare su questo caso il malgoverno della tutela e l’attenzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano.”
Le azioni legali sono quindi su due fronti: oltre a quella presentata autonomamente già nel 2006 da Italia Nostra e recentemente integrata, un ricorso alla Corte dei Conti, con cui il Comitato e le associazioni coinvolte chiedono conto di alcune irregolarità connesse alle concessioni anomale (e svantaggiose per l’Amministrazione) riconosciute dal Comune alla ditta appaltatrice; all’aumento delle tariffe orarie previste per il parcheggio a rotazione e dei prezzi di cessione dei box e, non ultima, all’assenza di alcuna finalità di carattere ambientale nella realizzazione del parcheggio, come ha spiegato il legale del Comitato Veronica Dini.
Eh sì, perché tra le motivazioni dell’opera, oltre al bisogno di posti auto in quella zona di Milano, ci sarebbe la riduzione dell’inquinamento dei gas di scarico delle auto che girano e girano intorno alla Basilica in cerca di parcheggio.
Non importa se la Basilica è una delle più importanti testimonianza dell’architettura romanica in Europa, nonché patrimonio artistico dell’umanità.
Non importa se sotto la piazza si trovano i resti di un cimitero medievale, né che un simile progetto vada in direzione opposta alla strategia alla base dell’Ecopass.
“La Corte dei Conti, a differenza della Procura, non potrà bloccare i lavori, ma al massimo riconoscere la responsabilità degli amministratori per un eventuale danno erariale. La nostra preoccupazione è comunque quella che non si crei un danno che sarebbe irreparabile” continua l’avvocato Dini.
Ora il comitato presenterà il progetto ai cittadini, ai consiglieri comunali (che ancora non lo hanno visto perché non è passato per il Consiglio) e a quella parte della cultura milanese che già si era mobilitata firmando la lettera aperta indirizzata al Sindaco.
Antiniska Pozzi