Si accende il fuoco sotto il calderone securitario in vista della campagna elettorale

Nel calderone che cuoce consenso ed esala paura finisce tutto: rivolte presunte e semplici spintonamenti post incidente stradale. L’importante è tenere alta la temperatura.
È forse un caso che proprio mentre il centrodestra sta scaldando i motori in vista delle prossime amministrative e si prepara, per il momento, ad uno scontro giocato tutto all’interno del proprio perimetro, si riaccende il riflesso securitario che, come un faro, inquadra solo gli ultimi metri del sentiero illuminando gli effetti e nascondendo le cause?
Gli episodi che negli ultimi giorni hanno riavviato la macchina della propaganda securitaria sono avvenuti in buona parte in aree notoriamente degradate, in contesti dove la disgregazione sociale da anni è una piaga senza cura, in quartieri dove l’unica presenza dell’amministrazione sono le promesse elettorali.
Dopo le fiaccolate, le pattuglie dell’esercito, le ronde eclissatesi prima di nascere per mancanza di volontari, Milano si guarda al solito specchio deformato. Ancora una volta si annuncia una campagna elettorale giocata su spettri e paura.