I dati del Rapporto “Ecomafie in Lombardia” 2010 di Legambiente

Com’era evidente anche nel rapporto 2009, i due ambiti prediletti in cui la regione Lombardia svolge un ruolo chiave è il ciclo dei rifiuti, insieme a quello del cemento e dell’abusivismo edilizio.
Solo quello dei rifiuti è un affare da sette miliardi di euro: mille arresti e più di seicento aziende indagate in otto anni, e secondo il rapporto, in Lombardia sono in aumento le illegalità accertate nella gestione dei rifiuti che nel 2009 hanno raggiunto quota 153. È Brescia a detenere il numero maggiore di infrazioni (31), seguita da Pavia (28) e Cremona (23). “Questa regione è direttamente o indirettamente la più esposta” ha spiegato Enrico Fontana di Legambiente. “Pochi lo sanno, ma qui c’è anche un traffico al contrario: i rifiuti oltre a partire per essere portati all’estero in paesi come la Cina, arrivano dalle regioni del sud Italia come la Campania”.
Il fenomeno non accenna ad arrestarsi: la Lombardia è diventata una delle regioni italiane maggiormente coinvolte nei grandi traffici di rifiuti.
Anche per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento la Lombardia non si fa comunque mancare nulla: 254 infrazioni accertate nel 2009, con 312 denunce e 23 sequestri che spaziano all’abusivismo edilizio agli appalti pubblici truccati, alle escavazioni illegali nei fiumi.
“Il fatto è che però rifiuti e cemento tendono a diventare sempre di più un ciclo unico” ha spiegato Sergio Cannavò, co-presidente Centri di Azione Giuridica di Legambiente. Ed è ciò che emerge anche da alcune operazioni come quella nel Parco del Ticino, condotta dagli agenti coordinati dalla Procura di Busto Arsizio, che nel 2009 hanno sventato un giro di escavazioni abusive destinate alla realizzazione della TAV Milano Torino. Tra le provincie lombarde con più infrazioni accertate spicca quella di Sondrio con ben 81 casi, seguono Bergamo con 42 e Brescia con 36.
Dalla denuncia all’azione: il rapporto di Legambiente contiene anche una parte di proposte, una sorta di “patto contro le ecomafie” in cui si chiede al governo di recepire entro dicembre 2010, come fissato dall’Unione europea, il delitto contro l’ambiente nel codice penale. Legambiente propone anche di inserire i delitti ambientali commessi nell’ambito delle attività imprenditoriali tra quelli previsti dal decreto legislativo 231 del 2001 che sanziona i soggetti giuridici, ovvero le aziende. Agli imprenditori e in particolare a Confindustria si chiede di espellere tutti coloro che figurano come protagonisti o complici.
Antiniska Pozzi