Fai clic qui per effettuare modifiche.

Certo quella stagione puo' essere considerata un peccato d'origine, al pari pero' di
un sostegno, anzitutto finanziario, mai pienamente convinto da parte del governo nazionale e soprattutto dal ministero delle Finanze -sia che a guidare via XX settembre ci fossero Tremonti o Monti- e di una governance della macchina Expo farraginosa quanto inefficace e nella quale alcune posizioni di vertice sono state affidate seguendo soprattutto criteri di appartenenza.
In questo stallo assistiamo all'ennesima litania di appelli, al solito "siamo agli sgoccioli"; ma la sensazione non e' tanto quella di una dead line che si avvicina, quanto piuttosto quella ancor più frustrante di una linea di partenza che non si allontana mai.
Una gara con premio quanto mai incerto e soprattutto dalla quale non si puo' più uscire, non solo per evitare una clamorosa figuraccia internazionale, ma anche per evitare di dover pagare una penale milionaria che di questi tempi nessuna istituzione potrebbe accollarsi.
La recente mossa di Pisapia di dimettersi da commissario straordinario -dimissioni poi rientrate, ma non del tutto- ha avuto il merito di rimettere al centro del dibattito una vicenda che rischia di avvitarsi su se stessa tra scarsità di fondi e governance inefficace.
Sono questi i nodi da sciogliere, sfortunatamente in contemporanea con un passaggio cruciale che vede impegnato il Presidente del consiglio sullo scacchiere europeo nell'ultima partita utile per salvare l'Euro. Nel caso la moneta unica resistesse la prossima sfida sarà quella di salvare l'Expo. Altrimenti avremo problemi ben più gravi di cui preoccuparci.