Dopo la proposta dell'Amministrazione ora la palla passa al collettivo degli artisti

Già lunedì il Sindaco aveva fatto diversi sopralluoghi tra gli spazi a disposizione del Comune per cercare una possibile alternativa al palazzo di Ligresti. In una giunta-fiume sempre nella giornata di martedì si è cercata una soluzione che tenesse insieme sia il riconoscimento delle ragioni espresse da Macao, ovvero la riappropriazione di spazi inutilizzati della città e l'espressione di nuove forme di cultura, ma anche quelle della legalità.
Dopo cinque ore di confronto, l'accordo nella Giunta è stato trovato proprio sulla proposta di Stefano Boeri di mettere a disposizione le Ex Officine Ansaldo. È stato lo stesso sindaco a voler intervenire nella serata di martedì all'assemblea di Macao portando l'offerta del Comune. “Sono contento che mi abbiate tirato per la giacchetta ha detto il sindaco. Queste piazze riempite di tanti belle facce le ho sognate in passato e le sogno anche per il futuro, voi siete una ricchezza perché Macao ha un progetto culturale da dare alla città. Per questo abbiamo pensato di mettere a disposizione lo spazio delle ex Officine Ansaldo per tutti i soggetti che vorranno creare cultura a Milano, e spero che la prossima assemblea si possa tenere lì al più presto” – ha rilanciato il Sindaco. Poi alcune precisazioni, ma anche una concessione ai manifestanti: “È importante fare tutto nella legalità, e noi altri spazi del Comune gli abbiamo già dati a chi ne aveva bisogno, ha aggiunto Pisapia.
Fatto il passo decisivo, col riconoscimento delle ragioni di Macao ma anche col richiamo alla necessità di tornare nel solco della legalità, rimangono però diversi passi da fare, sia da parte dell'Amministrazione che da parte degli artisti di Macao, per concludere la partita. Ai primi dubbi sulle modalità di assegnazione delle ex Officine Ansaldo (un'assegnazione diretta avrebbe ovviamente scavalcato altri possibili aventi diritto) la via del bando è sembrata la sola percorribile, ed è dei fatto la soluzione proposta ufficialmente dal Comune.
Macao ha plaudito all'intervento aperto del Sindaco ma è rimasto freddo di fronte alla proposta Ansaldo, che richiederebbe la costituzione in una forma giuridica del collettivo, così da poter partecipare al bando. Nel comitato si cerca intanto di prendere tempo, “perché con lo sgombero abbiamo preso uno schiaffo inaspettato, e ora dobbiamo prenderci il tempo per decidere come rispondere, mantenendo al centro l'assemblea”, ha detto Emanuele, tra i coordinatori dei diversi tavoli di lavoro che compongono Macao. Ha ribadito questo concetto anche Camilla, anche lei tra chi rimane giorno e notte in via Galvani: “ieri (mercoledì) Boeri ci ha assicurato che il Comune non farà pressioni per farci sgomberare. Macao non è riconducibile ad un soggetto giuridico, comunque su Ansaldo dobbiamo decidere in assemblea.”
Intanto, Comune e manifestanti sembrano d'accordo sul tema degli spazi lasciati inutilizzati in città: in una nota il sindaco ha informato che la Giunta si impegna sia a istituire un registro dei beni immobiliari pubblici disponibili e potenzialmente al servizio delle energie creative e culturali diffuse a Milano, sia ad individuare il patrimonio privato di spazi sfitti e invenduti e istruire con le proprietà un percorso condiviso per un loro prossimo utilizzo. “Anche se dovessimo spostarci lavoreremo comunque per la riassegnazione di questi spazi ai cittadini” concorda su questo punto Camilla.
Si aspetta quindi la risposta dei giovani, mentre tutta la maggioranza ritiene che l'Amministrazione abbia fatto ormai tutti i passi necessari per offrire sia al collettivo sia alle esigenze della governabilità della città una soluzione soddisfacente. “Anche nel Pd –spiega Andrea Lazzarini, tra i più giovani del Consiglio comunale– le differenze erano soprattutto di tono. Se Macao non accetta la nostra proposta significa che vuol stare al di fuori della legalità”.
Claudio Urbano