Dopo l’estemporanea partecipazione alle Officine Ansaldo il collettivo prosegue sulla linea della protesta

Lo spostamento all'ex Macello è stato deciso dal gruppo di Macao dopo aver partecipato ad un tavolo sulle dinamiche del lavoro nel campo dell'industria culturale che gli stessi 'artisti' avevano promosso alle Officine Creative Ansaldo, iniziativa alla quale l'assessore Boeri aveva voluto invitare ancora una volta il gruppo di lavoratori dell'arte. Per Macao però la partecipazione ad Oca è stata solo un momento, seppur positivo, di dialogo su alcune istanze. In seguito, come già accennato settimana scorsa, i giovani avevano fatto capire che avrebbero continuato la loro azione di protesta.
Le idee del gruppo di Macao sono del resto quelle dichiarate in tutte le precedenti occasioni: riaprire alla città gli spazi inutilizzati, promuovere un modello di produzione artistica e culturale che parta dal basso, incentivare la partecipazione dei cittadini.
In questi giorni, negli spazi di viale Molise, Macao ha promosso alcuni momenti musicali, e un pomeriggio di attività a cui sono stati invitati i bambini del quartiere. “Speriamo di poterci stabilire qui e di rimanerci ancora per un po', anche perché vorremmo allacciare contatti con le associazioni della zona” sono le parole di Paolo, uno dei ragazzi che ora stanno cercando di ripulire lo spazio.
Facendo un giro nei locali sembra però molto difficile che stavolta i ragazzi di Macao riescano ad attirare l'attenzione dell'esterno, riaccendendo l'entusiasmo per una reale partecipazione della gente. I giovani che si danno da fare all'interno della palazzina non sono più di una decina, mentre gli altri lavoratori del mondo dell'arte e della cultura che avevano creduto nelle istanze del collettivo hanno ceduto alla disillusione dopo lo sgombero di palazzo Citterio.
Anche quelle parti dell'Amministrazione comunale, che, come lo stesso Boeri, avevano inizialmente sostenuto Macao, hanno ormai chiarito che il Comune si è già impegnato ad offrire spazi, materiali e dialogo, proprio con l'apertura delle Officine Ansaldo. Ora, ognuno va per la propria strada.
Del resto, il gruppo dei “Lavoratori dell'arte”, che sul modello del Teatro Valle a Roma aveva ideato l'occupazione della Torre Galfa ora non c'è più, spiega ancora Paolo. “Ora c'è Macao, che è una cosa diversa – precisa – e tra i temi cui prestiamo attenzione non c'è solo quello dell'arte, anche se siamo in tanti ad essere effettivamente lavoratori della cultura”.
Purtroppo però, la logica di utilizzo dell'ex Macello, dove per adesso si può vedere solamente un improvvisato bancone da bar, sembra ormai avvicinarsi a quella di tante altre occupazioni, e l'idea di un riutilizzo creativo degli spazi sembra ad oggi un'istanza secondaria.
Claudio Urbano