Tutti o quasi applaudono alla fusione AEM-ASM, ma i dubbi sono molti soprattutto se nella delibera si scrive una cosa e il suo contrario

Tra gli aspetti meno limpidi ci sono sicuramente quelli che riguardano la TARSU, la tassa sui rifiuti e il riferimento a un nuovo termovalorizzatore che non compare nella delibera ma rientra nelle valutazioni dei consulenti di AMSA. Sulla base di questi due elementi, infatti, si è proceduto alla valorizzazione, per molti gonfiata, della società milanese che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
La delibera 103, infatti, è costruita su una valutazione di AMSA, che ha giocato su due elementi. Il primo è l'incremento del corrispettivo versato dal Comune alla società in cambio dei servizi erogati, cosa resa possibile dal fatto che AMSA e Comune condividono di fatto lo stesso soggetto decisore e dal fatto che definiscono insieme il mercato, coincidendo contemporaneamente come unico soggetto di domanda e offerta. La copertura per questo artificioso aumento tariffario è stata individuata nell'incremento della TARSU, la tassa sui rifiuti che i cittadini pagano annualmente.
In una strana inversione delle parti, sull'aumento delle tasse la maggioranza si è incrinata. In contrapposizione Forza Italia (Sindaco in testa) e AN i cui consiglieri e parlamentari hanno a più riprese contestato l'incremento.
Com'è noto in molti hanno ravvisato in questa battaglia un doppio fine per AN. Fatto è che dallo scontro ne è scaturito un compromesso riprodotto all'interno della delibera: nel testo si potrà leggere al punto 4 che aumenterà la TARSU secondo i valori da tempo prospettati, e allo stesso tempo, grazie all'emendamento inserito al punto 5, presentato da AN e votato a maggioranza, l'amministrazione si impegna a non aumentare i costi per il cittadino fino alla fine dell'attuale mandato e a sopperire a eventuali disavanzi in prima istanza ricorrendo ai dividendi attesi dalla fusione, e in seconda battuta attingendo a una quanto mai vaga “fiscalità generale”.
Una contraddizione emersa in sede di consiglio ma che la maggioranza non si è riservata di risolvere (su questo ascolta l'intervista a Giacomo Beretta, Presidente Commissione Bilancio e Partecipazioni).
Il secondo punto su cui si è costruita la valorizzazione di AMSA è la valutazione al 55% di un termovalorizzatore sul quale nessuna istituzione ha deliberato (vedi notiziario 247 del 27-06-2007).
Il valore probabile –ma del tutto virtuale– di tale impianto si aggira tra i 60 e i 70 milioni di euro secondo quelle che sembrano essere le valutazioni di Livolsi&Partners (consulente di AMSA). Ciò vuol dire, che nel caso di realizzazione dell'impianto, si regalerebbe il 45% di quello che sarebbe un valore della città ai soci privati di AEM. Nel caso contrario si farebbe pagare agli stessi soci quel 55% di un patrimonio inesistente.
Su tali ambiguità poggia l'intera fusione AEM-ASM; debolezze che potrebbero persino produrre intoppi tali da ritardare o addirittura mettere a rischio l'intera operazione se qualche piccolo azionista, come paventa Basilio Rizzo dela lista Fo, decidesse di ricorrere ( ascolta l'intervista).
Sarebbe questa una responsabilità enorme per l'attuale Amministrazione.
F.D.