Le insidie di un inquinante spesso sottovalutato

Gli effetti nocivi su materiali e salute umana sono ormai ben noti: quanto ai primi le maggiori conseguenze non si hanno tanto sui beni di valore storico e culturale esposti agli agenti atmosferici, bensì su quelli conservati nei musei, negli archivi e nelle librerie, a causa dell’aggressività dell’ozono soprattutto nei confronti delle fibre tessili e cellulose, dei pigmenti e dei coloranti. Le ripercussioni sulla salute delle persone si manifestano invece mediante irritazioni delle mucose con bruciore agli occhi, alla gola, reazioni infiammatorie delle vie respiratorie, fino a livello polmonare, anche per interazione con altri agenti irritanti. L’impatto sull’organismo umano dipende tuttavia da tre fattori che sono la concentrazione, la durata dell’esposizione e l’intensità dell’attività fisica durante l’esposizione al tossico.
In Italia il problema dell’inquinamento da ozono passa però troppo spesso in secondo piano e non gode della stessa attenzione che le pubbliche amministrazioni e gli organi di informazione dedicano ad altri tipi di contaminazione come quella da particolato in sospensione (PM 10 e PM 2.5). L’esempio di altri paesi europei insegna come misure assai più specifiche e mirate potrebbero invece essere adottate per combattere in modo più efficace questo tipo di inquinamento. Fino ad oggi in Italia la normativa vigente fissa due soglie di concentrazione (soglia di informazione e soglia di allarme), oltre le quali occorre adottare dei provvedimenti informativi e operativi di tutela della salute umana e dell’ambiente. Questa rappresenta tuttavia la sola azione intrapresa contro il problema ozono e alla luce di ciò risulta allora chiara l’importanza di realizzare al più presto anche nel nostro paese interventi mirati per tentare di affrontare il problema di un inquinante dannoso, ma sottovalutato, quale è l’ozono.
Pamela Turchiarulo e Andrea Taverna
OMD - Osservatoprio Meteo Duomo
Per appprofondire: scarica la presentazione sull'ozono della conferenza Educaria del 4/6/2007