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E la già esorbitante lista d’attesa per nidi e scuole dell’infanzia si allunga a 2800 unità: eh già, perchè il numero comunicato dall’ex assessore Mariolina Moioli non includeva una serie di categorie quali i bambini anticipatari e gli appartenenti a famiglie in attesa di permesso di soggiorno.
Per il 2012, fa sapere il Vicesindaco - che in questi giorni ha incontrato sia il Ministro Gelmini, sia i Presidenti dei Consigli di Scuola - saranno studiate nuove modalità organizzative e diversi criteri di valutazione delle richieste di inserimento, che tengano maggiormente in considerazione i bisogni delle famiglie con una partecipazione diretta della cittadinanza.
A partire dalla famigerata Carta dei Servizi, approvata in fretta e furia dalla ex giunta a tre mesi dalle elezioni: “la prima operazione che faremo” ha detto la Guida “sarà ricostituire un tavolo di verifica della Carta dei servizi, composta da un numero ristretto di rapppresentanti di esperti, educatori e genitori. I lavori dovranno concludersi entro dicembre, per arrivare alla distribuzione entro febbraio. L’idea è di costruire uno strumento partecipato”.
Ma intanto, il problema c’è, e non è semplice da gestire visto e considerato l’ingente disavanzo di bilancio che offre scarse o nulle risorse economiche anche al settore essenziale dei servizi all’infanzia: alle materne sono rimasti fuori 1.302 bambini, a fronte di 23.381 domande e 22.079 posti; ai nidi ci sono 1.540 esclusi, con 11.676 domande e 10.469 posti disponibili.
E i problemi non sono limitati alle liste d’attesa: c’è la questione delle cooperative che gesticono i nidi in accreditamento, la modifica del regolamento dei consigli di scuola che risale al 1975, l’assegnazione dei sostegni, l’enorme (e non limitato ai servizi all’infanzia) problema dell’edilizia scolastica milanese, amianto incluso, la riduzione delle ore di compresenza, la questione relativa a Milano Ristorazione, l’inserimento dei bambini stranieri.
Ma il problema più grande di tutti resta quello di reperire le risorse, per gli interventi urgenti e per aumentare l’offerta: problema di non facile soluzione, dato che anche a livello statale, come emerso dall’incontro con il ministro Gelmini, i cordoni della borsa sono chiusi.
A. Pozzi