I dati dell’Ufficio Studi Rumori e Vibrazioni di Assoedilizia rilevano un peggioramento dell’inquinamento acustico milanese

Sembra che per i residenti in città non ci sia via di scampo, ma non tutte le vie sono uguali: confermato che non c’è tregua per chi abita nelle zone della ‘movida’ - Arco della Pace, corso Como, i Navigli e le Colonne di San Lorenzo, dove il numero dei decibel scende di rado sotto i 65/70 anche di notte – si può trovare un po’ di quiete intorno agli ospedali San Paolo e San Raffaele, in piazza del Cannone o in via Derganino (attestate intorno ai 40 decibel). Bollino rosso invece, ovviamente, anche per alcune vie di scorrimento come viale Abruzzi, viale Sarca e via Sammartini.
Insomma, “i valori acustici medi registrati a Milano rivelano che solo in pochissimi casi sono rispettati i limiti previsti dalla legge” spiega il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, che sollecita il Comune ad assumere i provvedimenti necessari per contenere e ridurre l'inquinamento da rumore, in adempimento di quanto previsto dalla legge. Sì, perché Milano su questo fronte è ancora in alto mare: la legge 447/95 stabilisce le norme per regolamentare il fenomeno affidando il da farsi a Regioni e Comuni, e mentre la Regione Lombardia ha fatto i compiti, molti Comuni della Lombardia - tra cui Milano - non hanno ancora applicato le norme antirumore. Ma i termini per la mappatura acustica strategica dei comuni sopra i 100.000 abitanti sono già scaduti: che a causa dell’inquinamento acustico il Comune di Milano sia diventato sordo?
A. P.