Sentenze e ombre sugli appalti confermano la presenza mafiosa a Milano

Dal processo Infinito sono quindi emerse quelle verità processuali che confermano ciò che già da qualche anno viene denunciato da chi si occupa di contrastare la criminalità organizzata a Milano: le mafie sono presenti in modo massiccio ed organizzato.
Dal suo insediamento l'attuale Amministrazione cittadina ha segnato un'inversione di rotta che si articola in vari punti: quello della sensibilizzazione sociale, quello della collaborazione con le Associazioni, e quello istituzionale, con la creazione di ben due commissioni ad hoc e, soprattutto, cercando di monitorare con particolare attenzione i lavori di Expo, per i quali sono stati redatti un Codice etico, che impegna la stessa società Expo alla massima trasparenza nelle gare, e soprattutto il Protocollo di legalità tra Prefettura e Società Expo in cui le parti interessate “si impegnano allo scrupoloso rispetto delle disposizioni afferenti alla normativa antimafia.
Proprio su Expo sono però suonati contemporaneamente due campanelli d'allarme. Il primo con l'apertura da parte della Procura di Milano di un'inchiesta per turbativa d'asta sull'unico appalto finora assegnato, quello per la “rimozione delle interferenze” (cioè per la ripulitura dell'area) dove sorgeranno i padiglioni di Expo.
In questo caso l'impresa vincitrice, la CMC di Ravenna, ha vinto con un ribasso superiore al 42%, mentre anche le altre imprese che si erano presentate avevano proposto ribassi considerevoli (la quarta arrivava al 38%). Dopo le dichiarazioni di Pierluca Locatelli (nell'ambito dell'inchiesta che ha coinvolto anche Nicoli Cristiani alla Regione) la Procura sospetta un cartello tra le imprese partecipanti allo scopo di spartirsi gli appalti.
Il secondo campanello d'allarme, questo forse reso più grave dal fatto che la situazione sospetta è stata segnalata addirittura da un centro sociale, riguarda le imprese subappaltatrici di CMC, la cui lista è stata richiesta alla società Expo e resa pubblica dal consigliere comunale Marco Cappato.
In questo caso, il centro sociale Sos Fornace di Rho ha denunciato che tre delle quattro imprese in questione sono o sono state a vario titolo oggetto di indagini della magistratura.
Nonostante la prima gara non abbia presentato irregolarità, e nonostante le indagini sulle imprese subappaltatrici non riguardino Expo, i fatti hanno provocato non poco imbarazzo nella Commissione antimafia di Palazzo Marino, che si era posta tra i primi garanti della trasparenza per quanto riguarda Expo.
Infatti, mentre eventuali segnalazioni di irregolarità delle imprese subappaltatrici dovranno comunque essere comunicate dalla Prefettura, i lavori per Expo procedono già con un'indagine pendente e con sospetti che non si sia riusciti a fare tutto il possibile per garantire la correttezza e la trasparenza delle gare.
I “saggi” del Comitato antimafia esterno che sono stati auditi nella seduta della Commissione comunale antimafia del 25 maggio scorso (erano presenti Nando Dalla Chiesa e Luca Beltrami Gadola) non si sono per ora sbilanciati sulla questione Expo, limitandosi a sottolineare come sia necessaria la massima trasparenza soprattutto a valle dell'aggiudicazione degli appalti.
Per quanto riguarda l'operato complessivo dell'Amministrazione, se non si fa fatica a riconoscere l'impegno di tutti e in primo luogo della Commissione consiliare, è d'altra parte evidente che, a fronte di impegno già molto positivo e rilevante sul terreno dell'antimafia sociale, ovvero della sensibilizzazione dei cittadini e della collaborazione con le associazioni che già operano sul territorio, rimane ancora molto da fare per quanto riguarda il monitoraggio sia su Expo che sulla situazione complessiva della città anche perché, ha sottolineato Nando Dalla Chiesa, il quadro della criminalità organizzata è tutt'altro che statico.
Il comitato dei “saggi” presenterà a fine giugno il proprio rapporto al Sindaco, con la raccomandazione che venga reso pubblico. Resta chiaro il fatto che, a fronte di un'avvenuta presa di coscienza della cittadinanza sull'incidenza della criminalità organizzata anche nel nostro territorio, quanto verrà comunicato dagli esperti nominati da Pisapia sarà rilevante per comprendere quantomeno la reale distanza tra la percezione comune della pericolosità delle penetrazioni mafiose e, invece, la loro pericolosità reale.
Claudio Urbano