Colf e badanti a Milano sono oltre 70.000, più della metà clandestine. Sostengono il welfare parallelo scaricato sulle famiglie e oggi hanno paura

“Bisogna tutelare le figure professisonali senza le quali l’Italia vivrebbe un dramma socioassistenziale”, ha dichiarato il Ministro alle Pari opportunità Mara Carfagna.
Perché in fondo molte di loro, saranno pure irregolari, ma nell’Italia gerontocratica servono eccome. Servono perché prestano assistenza a persone non autosufficienti, anziani e disabili, adempiendo ai compiti che dovrebbero al contrario essere garantiti dal sistema di welfare. Il servizio che queste persone svolgono presso le famiglie italiane è valutabile attorno ai sei miliardi di euro, molti dei quali dovrebbero essere in carico al pubblico.
Una forza lavoro troppo preziosa per inserirla tra quelle imputabili del reato di clandestinità.
E allora assistiamo in questi giorni al pietismo di una regolarizzazione che tocca solo gli immigrati ritenuti "buoni", perché entrano nelle nostre case e aiutano i nostri anziani. Senza di loro il dramma sarebbe “socioassistenziale” e italiano, si riverserebbe nelle case e non sarebbe più limitato alle fabbrichette e ai cantieri. Poco importa poi del dramma sociale, clandestino, di tutti quelli che nel nostro paese lavorano in nero.
A Milano le collaboratrici domestiche con contratto di lavoro sono 32 mila. Almeno altre 40 mila svolgono le stesse mansioni irregolarmente.
A Milano i loro salari sono mediamente più alti rispetto alla media nazionale (circa 1000-1100 euro contro i 760-860). Lavorano spesso sia di giorno che di notte, anche se nei contratti la quasi totalità dei datori di lavoro dichiara soltanto le 25 ore settimanali minime previste per legge.
A Milano arrivano soprattutto dal Perù, dall’Equador, dalle Filippine e dalla Romania, quasi sempre lasciando una famiglia nel proprio paese.
Alcune di queste donne si rivolgono allo sportello colf e badanti Filcams della Cgil, dove ricevono informazioni sul diritto del lavoro e consulenza sulle regolarizzazioni e sui casi di maltrattamento. Lo sportello funge anche da luogo di incontro e intermediazione tra offerta e richiesta, agevolando le trattative tra le due parti.
Lo sportello, annualmente, riceve circa 7 mila persone.
Lo sportello, ultimamente, è meno frequentato. Il clima di “caccia alle streghe” stabilmente instaurato nel nostro paese ha creato una gran confusione tra queste donne. Clandestine tra i clandestini, temono il peggio, sanno che in Italia di questi tempi si tende a fare di tutta l’erba un fascio.
Sottovalutano tuttavia la logica opportunistica che condurrà il governo a promuovere una sanatoria ad hoc per loro, clandestine necessarie.
Giulia Cusumano e Antiniska Pozzi