Presentata l’edizione 2008 del Rapporto Ecomafia di Legambiente. Aumentano i reati ambientali in Lombardia

Ecomafia è una parola contenitore che comprende vari settori e diversi tipi di illegalità relative all’ambiente: si va dagli incendi boschivi (addirittura raddoppiati rispetto al 2006) alla gestione criminale del ciclo dei rifiuti e di quello del cemento, al racket degli animali.
Al boom dei numeri dell’illegalità ambientale, però fa da contraltare una riduzione di circa 4 miliardi di euro della stima del fatturato totale dell’ecomafia rispetto al 2006, una contrazione che riguarda soprattutto gli investimenti a rischio in opere pubbliche e gestione dei rifiuti urbani nelle 4 Regioni a tradizionale presenza mafiosa.
In questo scenario, la Lombardia non resta indietro neanche in termini di ecomafia: il totale degli illeciti accertati sale a 1118 rispetto ai 924 del 2006, e in particolare sono cresciuti i reati legati al ciclo illegale dei rifiuti e del cemento.
Basti dire che la Lombardia si è resa protagonista in ben 33 inchieste italiane come regione di partenza o solo di transito del traffico illegale dei rifiuti; e non è stata da meno per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento, dato che tra abusivismo edilizio e appalti pubblici truccati le infrazioni accertate nel 2007 sono 369.
E’ concreto il rischio di infiltrazioni mafiose nel settore degli appalti: sembra che la ‘ndrangheta abbia forti interessi nella realizzazione dell’alta velocità e nell’ampliamento di alcune autostrade lombarde. I risultati delle inchieste dicono che la Lombardia è tutt’altro che immune ai reati ambientali, e l’arrivo dell’Expo 2015 a Milano costituisce un’occasione ad altissimo rischio su cui bisogna vigilare attentamente, come ha sottolineato Lorenzo Frigerio ( ascolta l'intervista), referente lombardo dell’Associazione Libera, che insieme a Legambiente lancia l’idea di costituire un osservatorio ‘Ambiente e legalità’ per monitorare le infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti.
Per chiudere il quadro, nell’ultimo anno sono state individuate anche aziende lombarde protagoniste di traffici illeciti internazionali di rifiuti: 300 tonnellate di rifiuti pericolosi costituiti da scorie di fusione di metalli ferrosi sono stati trasportati illecitamente in Germania da un imprenditore di Cornaredo: una violazione della normativa italiana ed europea denunciata dai carabinieri del Noe di Milano.
Antiniska Pozzi