Il Trotter aspetta da anni una ristrutturazione che quest’anno è stata addirittura esclusa dal bilancio

In pochi anni la scuola divenne un importante centro educativo e terapeutico in cui era possibile studiare e svolgere attività ricreative a contatto con la natura.
I decenni successivi hanno visto consolidarsi la fama e la propositività del progetto, con lo sviluppo di forme alternative e propedeutiche rivolte a centinaia di bambini. Oggi Parco Trotter è uno dei pochi spazi naturali di Milano ancora dedicati specificamente ai più piccoli. Oltre ai 4 edifici scolastici immersi in 100mila metri quadri di verde, il parco offre, grazie all' impegno dell'associazione “la città del sole-amici del parco Trotter”, attività di doposcuola, svago, cultura e sport.
Dalla sua costituzione nel 1994, l'associazione si è posta come obiettivo la valorizzazione e la conservazione dell'area, e soprattutto il recupero delle strutture interne da troppo tempo in disuso e in evidente stato di abbandono.
In tale direzione, nel 2001 il Politecnico di Milano, commissionato dal Comune, aveva ideato un importante progetto di riqualifica e ristrutturazione dell'area. Nonostante l'ottima qualità del progetto, in questi anni ben poco è stato fatto per metterlo effettivamente in pratica.
Con qualche fatica e parecchio ritardo nella tabella di marcia, lo scorso luglio sono terminati i lavori di ristrutturazione della chiesetta chiusa da anni, lavori tra l'altro previsti da un progetto addirittura antecedente a quello del 2001.
Anche l'avvio della riedificazione del padiglione è stato più volte posticipato.
L'ex presidente dell'associazione Franco Beccari, coinvolto da anni nel sostegno e nella tutela del Parco, sottolinea la forte ed entusiastica partecipazione di tanti bambini alle attività promosse al suo interno, dai teatrini della domenica pomeriggio ai laboratori didattici a tema, e si appella all'intervento del Comune affinché provveda al riavvio del progetto di riqualifica.
Sarebbe un vero peccato che proprio un parco divenuto storicamente noto per le sue attività di accoglienza e sperimentazione diventasse un esempio di degrado, trascuratezza e inospitalità.
Giulia Cusumano