Secondo il gestore la manutenzione è straordinaria e deve essere decisa dal Comune, che non decide. Così da più di un anno il Signor Emilio resta chiuso in casa

È un fiume in piena il signor Emilio, non sembra provato dalle miriade di lettere inviate a chi di dovere e che solo in alcuni casi hanno ricevuto una risposta, comunque e sempre evasiva. E allora inizia a parlarci degli ascensori: il problema principale, per lui il discrimine tra il rimanere prigioniero in casa o meno. Va prendere il calendario e inizia a snocciolare date e periodi in cui l'ascensore della scala F si è fermato.
Riassumendo: da gennaio 2006 a marzo 2007, 15 volte nell'arco di 15 mesi, 44 giorni su 350 (il 12,5% del periodo in esame) per una media di 2,9 giorni di fermo per ogni guasto. Emilio racconta poi le difficoltà quotidiane, le porte che si chiudono dopo 4 secondi, la base dell'impianto sempre sfalsata rispetto al pavimento. Non è difficile immaginare quale ostacolo comporti quel piccolo scalino e come possa impedire la libertà di movimento a chi magari si muove su una sedia a rotelle: il termine barriere architettoniche ha più di vent'anni, gli stessi più o meno dello stabile di via Santi.
Cerchiamo di capire di che tipo di guasti si tratti, quali siano gli accordi in proposito tra Comune e gestore privato.
Iniziamo con i giri di telefonate agli uffici competenti: soliti dialoghi in burocratese, nessuno che si sbilancia.
Per comprendere meglio l'iter ci rivolgiamo al gestore e scopriamo che per i guasti strutturali (vedi sostituzione del motore, binari, tiranti, fotocellule all'impianto completo) l'impresa, previa comunicazione formale all'ufficio tecnico del Comune, deve aspettare la delibera dell'organo competente che valuterà la situazione e approverà o meno la riparazione. Ma intanto passano le ore, i giorni, e l'ascensore rimane inutilizzabile, con tutti i disagi connessi.
La manutenzione ordinaria spetta invece interamente al soggetto privato che può agire in autonomia per porre rimedio ai guasti di entità minore, ma che lasciano comunque i condomini privi del mezzo per qualche ora. La normativa sugli impianti elevatori impone una manutenzione ordinaria che dev'essere eseguita con un obbligo di revisione semestrale. Ma in via Santi i tecnici sono lì ogni mese.
Chiediamo al gestore se davvero si tratti di interventi di manutenzione ordinaria e scopriamo che nel marzo 2006 (poche settimane dopo la presa in gestione dello stabile) la società in questione ha presentato al Comune un “Piano delle necessità manutentive e adeguamenti normativi”, in cui si evidenziava la necessità “una serie di interventi di entità superiore al fine di evitare le continue interruzioni e gli accomodamenti provvisori che ogni mese puntualmente si ripropongono.”
Il Comune non ha risposto positivamente ai contenuti di tale richiesta.
In sintesi: in via Santi, secondo il gestore, andrebbe fatta una manutenzione straordinaria non ancora deliberata dal Comune da oltre un anno.
Possibile? Forse sì dato che recentemente si è votato in sede consiliare l'Emendamento al Bilancio n° 153, presentato dalla Consigliera dell’Ulivo Carmela Rozza. L’emendamento mirava ad una cospicua correzione al rialzo della quota riservata alla manutenzione delle strutture di edilizia pubblica, con preciso riferimento e priorità agli impianti elevatori, “date le necessità evidenti di ammodernamento e la quota di anziani e persone con impedimento motorio ospitata dagli alloggi pubblici.” L’emendamento 153 è stato bocciato in blocco dall'attuale maggioranza.
Abbiamo cercato l'Assessore alla Casa, Giovanni Verga, per sapere perché da oltre un anno non viene deliberato l’intervento di manutenzione straordinaria dell’ascensore di via Santi, se è vero che ha chiesto poteri speciali per questo genere di decisioni, e soprattutto come è possibile che la maggioranza che sostiene la sua azione politica abbia potuto bocciare un emendamento così importante per la vita di migliaia di milanesi.
Avremmo voluto dare una risposta alle domande del signor Emilio. Ma ancora una volta l’Assessore non ha trovato tempo per fornirci risposte. Questa volta, secondo quanto ci hanno detto alcuni suoi collaboratori, l'Assessore era impegnato a bordo di un’auto d'epoca sui saliscendi della Millemiglia.
Fabio Davite