L’energia pulita dalla fusione fredda alla produzione energetica a km zero

«Il sì al referendum non è uno stop alla ricerca ma un'occasione per liberare l'energia» ha detto Milly Moratti “un’opportunità per cominciare a valutare soluzioni alternative, come, ad esempio, la fusione a freddo - il cosiddetto nucleare buono - per ridurre i rischi legati alla fusione del reattore e alla gestione delle scorie”.
Il crescente fabbisogno energetico globale e le conseguenze ambientali che comporta impongono un cambiamento radicale nelle modalità di produzione e consumo dell’energia, e necessitano di un approfondimento che possa da subito essere recepito e applicato nei piani urbanistici delle singole città.
Proprio di questo ha parlato a lungo il Prof. De Santoli, spiegando la visione strategica legata alle “smart grid”, un modello di rete distribuita invece che concentrata, che si avvale di più nodi interconnessi tra loro e distribuiti sull’intero tessuto urbano, a modello della rete web, nell’idea che il consumatore possa diventare contemporaneamente produttore di energia e non si corra più il rischio connesso alla totale dipendenza da forniture esterne di energia, com’è accaduto diverse volte in passato.
Reti "intelligenti", dunque, per la distribuzione di energia elettrica, sistemi ottimizzati per il trasporto e diffusione della stessa evitando sprechi energetici: gli eventuali surplus di energia di alcune zone vengono infatti redistribuiti, in modo dinamico ed in tempo reale, in altre aree. Reti sono regolate da opportuni software di gestione, ovviamente. Un progetto non di semplice esecuzione ma assolutamente possibile e fattibile, che potrebbe essere applicato nella stessa città di Milano, con, tra l’altro la felice conseguenza di riqualificare molte parti degradate del territorio, ricomprendendone gli sviluppi futuri.
A.P.