Un contestato progetto edilizio in Brera fa muovere anche la politica

Questi gli ultimi fatti amministrativi: la commissione paesaggio del Comune di Milano, a cui era stato sottoposto il progetto alla fine del 2011, si è pronunciata in merito alla fine di maggio, dando parere favorevole all'edificazione. Via libera a costruire, quindi, anche se mancano il parere del Consiglio di Zona 1 (comunque non vincolante), quello della soprintendenza per le opere di valore storico-culturale che potrebbero trovarsi al di sotto del piano stradale, mentre in un comunicato la Provincia ha precisato che la paulonia non rientra tra gli alberi monumentali per i quali è prevista la tutela, e che quindi il giudizio su di essa è affidato al Comune.
Il verdetto della Commissione paesaggio ha però già messo sul piede di guerra i residenti della zona che, dal canto loro, hanno buone ragioni per protestare. Oltre alla cancellazione dell'area verde e al cemento che andrebbe ad aggiungersi ad una zona che trae dalla valorizzazione degli edifici storici la sua eleganza, il cantiere per il nuovo edificio farebbe sicuramente crollare il passaggio di turisti e semplici passanti, causando un evidente danno commerciale per i negozi e le boutique che si affacciano sulle vie interessate. E dati i recenti casi di posteggi e opere pubbliche che a Milano si protraggono ben oltre i tempi previsti, paralizzando intere zone il timore di residenti e commercianti appare più che fondato.
La questione si è però colorata negli ultimi giorni anche di una vena politica. La polemica è stata accesa dal consigliere del Pdl Fabrizio De Pasquale, già presidente della commissione Arredo Urbano di Palazzo Marino, che portato la denuncia sulle colonne del giornale online MilanoPost. “Il vero scandalo è la povertà culturale di chi scambia un luogo storico di Milano con la manciata di piante in un nuovo giardinetto”, ha attaccato De Pasquale, riferendosi all'opera di compensazione del terreno a verde proposta dal nuovo costruttore, che si è offerto di piantumare il trasandato cortile della scuola di via Palermo. La colpa, secondo De Pasquale, sarebbe quindi tutta dell'assessore all'urbanistica De Cesaris, responsabile di aver barattato un nuovo palazzo in una zona storica di Milano con la sistemazione del giardino di una scuola.
Dagli uffici di Lucia De Cesaris si sottolinea però che l'Assessorato non ha alcuna responsabilità diretta, dato che la conferma dell'edificabilità dell'area è un atto della precedente Giunta di centrodestra, sostenuta proprio da De Pasquale. E infatti in un documento degli uffici tecnici si segnala che “l'area posta all'angolo tra via Madonnina e Via San Carpoforo è compresa in una più vasta variante approvata dal Consiglio Comunale l'11 dicembre 2008, che attribuisce all'area una destinazione residenziale”. Il triangolo verde su cui sorge la paulonia è in effetti l'unico spazio rimasto libero dalla ricostruzione di Brera dopo la seconda guerra mondiale ma, appunto, non ha perso la propria “edificabilità”.
“Il problema è a monte”, commenta anche l'amministratore dello stabile all'inizio di via Formentini, che denuncia come “sia impensabile un cantiere di tali dimensioni, che, appunto, causerebbe anche un notevole danno ai commercianti della zona”. Anche se il privato è assolutamente legittimato a presentare il progetto “bisogna prendere atto che sull'area è cresciuta una pianta di pregio e ormai storica per il quartiere”.
Una situazione che lascia sostanzialmente disarmata anche la Commissione Urbanistica del Consiglio di Zona 1, al quale peraltro la pratica non è ancora stata sottoposta. Mattia Abdu, presidente della Commissione, spiega che un eventuale parere contrario della Commissione non sarebbe comunque vincolante. “Ci siamo sempre espressi contro l'incremento di densità edificativa del centro, afferma Abdu”. Lo stesso Abdu tiene però a sottolineare quanto “sia positivo che un privato si sia impegnato a ristrutturare il giardino di via Palermo, dimostrando di avere una certa sensibilità”.
Intanto però anche la Commissione Arredo Urbano di Palazzo Marino si sta muovendo. Il 20 luglio l'organo consiliare si recherà sul posto rendersi conto della situazione.
Si vedrà, quindi. Sembra però che lasciar costruire, ovviamente all'interno dei vincoli previsti, sia però l'opzione meno onerosa per il Comune, che altrimenti sarebbe costretto a pagare indennizzi milionari.
Claudio Urbano