Dopo un anno di parole e rinvii il ticket partirà, ma sarà una misura poco più che simbolica figlia di veti e ripensamenti

Nel centrodestra però altri avrebbero tranquillamente atteso e non solo il Capogruppo della Lega, Matteo Salvini, che non ha esitato a dichiarare che i “dubbi restano ancora molti”.
Il Capogruppo degli Azzurri, Giulio Gallera, nell’intervista concessaci (ascolta) si sofferma sul possibile esito negativo della sperimentazione con tono tutt’altro che preoccupato.
Da Forza Italia e Alleanza nazionale si sottolinea che il ticket è solo una sperimentazione e comunque è inserito in un pacchetto di provvedimenti più ampio che va dalla lotta all’inquinamento provocato dai vecchi impianti di riscaldamento al potenziamento del trasporto pubblico che passerà anzitutto attraverso l’assunzione di 300 nuovi conducenti anche grazie ai 40 milioni di euro di introiti previsti per i primo anni di sperimentazione del ticket.
Minimizzare dunque sembra essere la parola d’ordine per un provvedimento fino ad ora solamente annunciato e proposto alla sola mediazione tra Sindaco, Assessore alla mobilità e capidelegazione della CdL, ma che dovrà affrontare altri passaggi e già si sono fatti sentire i fan delle esenzioni. Ha iniziato l’Assessore al commercio, Tiziana Maiolo, addirittura prima che venisse comunicato ufficialmente che era stato trovato l’accordo, a chiedere una sospensione natalizia: "Spero che nel periodo natalizio, importantissimo per il commercio e l'economia di tutta la città, questa misura sia sospesa per consentire una maggiore facilità di spostamento per chi compra e chi vende.”
Comunque, che ci siano o meno esenzioni e sospensioni difficilmente ci si accorgerà della differenza perché la notizia non è solo che il ticket dopo un anno di parole dovrebbe partire ma soprattutto che riguarderà 45.000 veicoli, ovvero meno del 5% di quelli che circolano sul territorio milanese e poco più del 6% di quelli che entrano in città dall’esterno. Una proporzione poco più che simbolica e che assai difficilmente produrrà una riduzione del 50% delle emissioni inquinanti come spera l’Assessore Croci.
In realtà i paletti della sperimentazione fissati dai partiti della maggioranza si riducono nei fatti da un lato alla possibilità di acquistare il diritto ad inquinare, dall’altro all’introduzione surrettizia di una fonte di reddito per il Comune.
Non poteva essere diversamente poiché l’accordo raggiunto era l’unica via d’uscita da un vicolo cieco nel quale il Sindaco e la sua maggioranza s’erano cacciati: da un lato la Prima cittadina ha fatto del ticket uno dei punti qualificanti del primo anno del suo mandato, dall’altro FI, AN e Lega hanno sempre dichiarato apertamente di considerare poco meno di una iattura ogni limitazione al traffico privato.
L’unica soluzione per evitare uno show down pericolosissimo in una fase in cui altri fronti di tensione all’interno del centrodestra rimangono aperti (la fusione tra AEM e ASM su tutti) era quella di mettere in campo un blocco talmente permeabile da essere una misura tanto simbolica quanto ambigua poiché può essere considerata un successo sia da chi può dire che un blocco ci sarà sia da chi potrà rassicurare il proprio elettorato dicendo che colpirà pochissimi automobilisti.